venerdì 5 giugno 2020

PEDAGOGIA: L'utopia pedagogica illuminista e Kant

1. IL DIBATTITO SULL'ISTRUZIONE POPOLARE 
Per disporre di una visione ad ampio raggio del dibattito circa i metodi e le finalità dell’educazione è necessario considerare il nuovo modo di concepire l’uomo e la sua educabilità. Le ricadute si manifestarono non solo a livello politico-sociale ma pure pedagogico- culturale, segnando anche in questo campo una decisa rottura con la tradizione religioso-caritativa dei secoli precedenti.
Se l’Illuminismo ebbe certamente un ruolo di primo piano nel promuovere la diffusione dell’istruzione popolare le posizioni dei singoli pensatori su opportunità e sul sulle finalità di fare a accedere i ceti popolari alle istruzioni furono piuttosto ambigue e talora incoerenti.
Istruzione, scuola lezione alunni con techer in una classe con ...E nota, infatti, la fiducia degli illuministi del nella regione, considerata come lo strumento cognitivo per eccellenza, in grado non solo di guidare l’uomo nella scoperta della realtà, ma anche di scegliere coscientemente ciò che buono e conveniente. Per questo, l’intelletto andava esercitato, allenato alla criticità, in modo che l’individuo potesse partecipare attivamente all'opinione pubblica, unico antidoto al potere assolutistico. Nella società dell’epoca, tuttavia, rimaneva vivo il pregiudizio, condiviso da alcuni philosophes, che l’istruzione alimentasse anche nei ceti più umili velleità di ascesa sociale, con il conseguente abbandono di quelle professioni manuali che sostenevano l’economia dell’antico regime. Per questo motivo il potere politico era invitato a procedere con cautela nella diffusione dell’istruzione popolare, per evitare traumatiche rotture degli assetti sociali.
Denis Diderot si sosteneva che “un contadino che sa leggere scrivere può essere oppresso più difficilmente di un altro” e per questo invitava i legislatori a “fare in modo che la professione sia abbastanza tranquilla e stimata da non essere abbandonata”. Simile era stato, in precedenza, il giudizio di Charles de Montesquieu che attribuiva all'autorità morale delle leggi e dei governi il compito di sovrintendere all'istruzione del popolo, chiama dato che l’unica forma di controllo e di limitazione nei confronti del potere era proprio un popolo istruito e informato.
L’istruzione popolare era considerata un valore da economisti quali Robert Turgot e Adam Smith che ritenevano la diffusione dell'istruzione elementare una valida garanzia per l’ordine sociale e soprattutto un un efficace mezzo per accrescere la qualità e la quantità della produzione nazionale.

2. L'EDUCAZIONE COME DIRITTO
Gaetano Filangieri era un intellettuale che spese buona parte della sua breve esistenza nella redazione di un’opera che influenzò profondamente la cultura e la politica non solo europee, ma anche dei neonati Stati Uniti: la scienza della legislazione. Chiudi primi quattro volumi della scienza della legislazione usciranno tra il 1780 e il 1783, mentre il quinto rimase incompiuto, a causa della morte dell’autore. Filangieri dedicò un intero volume, il quarto, alle leggi che riguardano l’educazione, i costumi e l’istruzione pubblica. 
Gaetano Filangieri - WikipediaPer cogliere il senso del progetto Filangieriano bisogna tenere conto del fatto che egli considerava l’istruzione soprattutto come una questione politica ed etica e perciò riteneva la conoscenza della pedagogia uno strumento indispensabile per contribuire alla “felicità” dell’individuo e della collettività.
L’educazione pubblica, rivolta a tutti i giovani tra i cinque e i 18 anni, avrebbe fornito loro sia la cultura di base sia la conoscenza di una professione manuale per i ceti meno abbienti e l’avviamento a un mestiere intellettuale, che i ragazzi più ricchi avrebbero potuto completare a accedendo all'università; la grande novità del piano di Filangieri consisteva nel fatto che questa prima forma di istruzione, che durava complessivamente 13 anni, era obbligatoria per tutti, con la sola differenza che nel caso delle classi più povere era totalmente a carico dello Stato e avveniva in scuole diurne, mentre quella dei ceti più ricchi, a pagamento, prevedeva la permanenza all'interno di collegi.
Una volta adempiuto l’obbligo scolastico, Filangieri pensava che la formazione del cittadino dovesse proseguire per mezzo dell’educazione dei costumi, in quanto egli era convinto che soltanto una trasformazione complessiva della moralità pubblica avrebbe promosso la nascita e lo sviluppo di una nuova idea di cittadinanza.
L’obiettivo era portare tutti alla conoscenza del funzionamento dello Stato e installare nell'opinione pubblica l’amore per la patria e il desiderio di lavorare per il bene e la gloria della nazione. 
La terza forma di educazione era l’istruzione pubblica e comprendeva anche le accademie la stampa e le belle arti. Essa era volta sia favorire la ricerca e le innovazioni in tutti i campi della scienza sia a diffonderne i risultati nell'intera collettività, rendendoli così davvero utili.

3. IMMANUEL KANT
Immanuel Kant – Liber LiberImmanuel Kant e venne fortemente influenzato dalle convinzioni religiose della famiglia, in particolare della madre, seguace del movimento pietista. Studio nell'università della sua città natale, facendo per qualche tempo il percettore prima di diventare professore universitario. Tra il 1781 e il 1790 pubblicò le sue opere più note: critica della ragion pura, critica della ragion pratica e critica del giudizio.
Le teorie educative di Kant poggiano sul suo complesso impianto filosofico delineato in maniera approfondita nelle tre critiche.
Nelle sue opere il fisso filosofo aveva sottolineato il valore dell’attività conoscitiva dell’individuo. Egli affermava, infatti, che il mondo non è una realtà preordinata che si impone al nostro intelletto, ma è ordinato dall'attività di originaria del soggetto, ovvero dal suo pensiero. Tale convenzione portato a canta a collocare nell'esperienza l’origine dell’attività cognitiva, aderendo, seppure indirettamente, alle conclusioni del sensismo.
L’obiettivo dell’educazione, secondo il filosofo tedesco, è l’acquisizione della capacità da parte della ragione di fare da guida al comportamento, traendo da essa e la legge e la forma da cui dipende il valore morale di ogni atto, indipendentemente dalle circostanze in cui viene compiuto.Tutto deve concorrere alla realizzazione della cultura dell’animo, che coincide con la componente fisica e fisiologica delle facoltà intellettuali e spirituali. In seguito si passa all'educazione delle facoltà cognitive propriamente dette, che Kant distingue va in inferiori (sensi, immaginazione e memoria) e superiori (intelletto, ragione e giudizio). Successivamente Kant distingue la cultura generale in fisica (che a che fare con l’attività intellettuale e determina lo sviluppo dell’intelletto per mezzo della riflessione, della ricerca della verità e dell’insegnamento) e morale (relativa alla sfera etico-morale proprio propriamente detta). A proposito dell’insegnamento egli sottolineava il valore dell’attività conoscitiva diretta da parte del soggetto, chiamato a divenire responsabile delle proprie scelte e azioni. Non a caso, infatti, suggeriva agli insegnamenti di adottare nelle loro lezioni il metodo socratico, basato sull'interazione continua tra docente e allievo, preferendolo al tradizionale metodo meccanico-catechetico, basato sulla successione di domande e risposte a opera del maestro, utile solo ad allenare la memoria e valido esclusivamente per le materie nozionistiche.
Kant si concentrò, dunque, in particolare su quella che definì la cultura generale e morale dell’individuo, ovvero sulla sua formazione morale, intesa come la capacità del soggetto di scegliere autonomamente tra il bene e il male.

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