lunedì 30 marzo 2020

SOCIOLOGIA: Il disordine

Laboratorio delle competenze
Città e conflitto

La Zona, cast e trama film - Super Guida TV

La Zona
Abbiamo visto che i sociologi studiando le dinamiche della stratificazione, del conflitto e della criminalità. Per tentare di farlo a nostra volta, partiamo da un esempio che ha il vantaggio di includere tutti questi fenomeni e nello stesso tempo "comprende" anche noi: la città o il paese in cui abitiamo. Film LA Zona (2007) di Rodrigo Plà mostrano come la disposizione fisica di una città rifletta i rapporti di potere e i conflitti che la attraversano. Ciò è evidente, in particolare, nelle megalopoli dei Paesi interessati da un rapido sviluppo economico, come quelli latino-americani.
L'azione si svolge prevalentemente nella "Zona", un quartiere di Città del Messico riservato ai ricchi. Quest'isola di tranquillità e bellezza sorge a pochi metri da un'immensa baraccopoli, dove gli abitanti muoiono di fame: a separare i due mondi sono solo un alto muro e un agguerrito sistema di sorveglianza. Una notte però degli intrusi, grazie a un incidente, riescono a introdursi nel quartiere e a tentare una rapina. Tra di loro, l'unico sopravvissuto è il giovane Miguel, che ha trovato rifugio in una cantina. Un suo "ricco" coetaneo, Alejandro, lo trova e decide di proteggerlo e nasconderlo. Dopo poco Miguel viene scoperto e i due ragazzi dovranno sfidare la ferree leggi sociali della Zona, che non tollerano eccezioni.


SOCIOLOGIA: Il disordine

3. LA DEVIANZA


La differenza tra conformismo e devianza - Andrea Minini
L’ordine sociale è un sistema complesso di codici, e ciascun codice è a sua volta un sistema di norme di comportamento. La devianza non è tanto legata al conflitto e quanto comportamenti conformi e comportamenti non conformi. Non tutti vengono di fatto è un comportamento conforme alla norma il comportamento di alcuni dei due strade differenti, il loro comportamento deviante, conseguentemente, dalla norma.
Sono dette sanzioni tutte le forme di punizione che la società utilizza per disincentivare i comportamenti che violano le norme condivise.
Un comportamento è deviante rispetto al modello condiviso della società.

4. LA CRIMINALITÀ 

La percentuale di giocatori vincenti di Enigma Escape Room è ...La criminalità e la forma socialmente più rilevante di devianza, essere qui incide con quel tipo di devianza che concerne le norme che la società ha codificato in leggi. Non esistono atti criminali in se stessi, prima che una collettività gli abbia definiti come tali.
Gran parte dei comportamenti caratteristici delle Sub culture sono infatti diversi da quelli della cultura dominante, ma accettati dalla società come specificità di un certo gruppo sociale o come eccezioni che possono essere ammesse nella misura in cui non ne valicano i confini.

5. LA CARRIERA DEVIANTE

Deviante Foto Stock - Download 658 Royalty Free PhotosDal punto di vista sociologico, più rilevante del Singolo crimine È il modo in cui certe persone ci avviamo verso la vita fondamentalmente e globalmente deviante rispetto alla società, ossia il modo in cui si formano le cosiddette per dire devianti. Per l’avvio di una carriera deviante e necessario che si presentano delle condizioni.

Quando la trasgressione appare particolarmente grave si innesca un meccanismo in cui esito finale non sarà più la limitazione dei comportamenti devianti dell’individuo, ma la costruzione di una vita interamente contraddistinta dalla tendenza a trasgredire le norme della cultura dominante. Ciò avviene quando la società applica a colui che ha violato la norma lo stigma di deviante. Questo viene identificato come un trasgressore di norme e come tale indicato alla pubblica disapprovazione. Chi subisce la stigmatizzazione diviene all'occhio del mondo non più qualcuno ma uno che da un momento all'altro potrebbe tornare a deviare.

Il carcere è il luogo in cui i piccoli delinquenti che hanno commesso i primi reati vengono a stretto contatto con il mondo della grande criminalità e ne apprendono le regole e i trucchi. Chi è stato in carcere alla fine della detenzione subisce uno stick ma sociale così forte da proporre grandi difficoltà nell'inserimento nella vita regolare. Il legame che c’è tra la cultura e la sua cultura in cui essa matura ossia tra criminale l’ambiente in cui si cresce hanno una correlazione.
È facile notare che i comportamenti devianti maturano molto più frequentemente in gruppi e strati sociali in cui violazione delle norme della cultura dominante non è sanziona, chi vive e mezza il crimine non percepisce più il crimine come tale.

SOCIOLOGIA: Il disordine

1. IL MUTAMENTO SOCIALE

In ogni società si verificano periodicamente mutamenti di vario tipo: trasformazione del costume, rivoluzione di classe, cambiamenti delle sette statali, veramente diversificazioni e nascita di nuove.
Il mutamento sociale è una delle caratteristiche distintive della nostra società. Può essere definita in generale come l’alterazione nel corso del tempo dei modelli di ordine sociale.
Nessuna società è assolutamente. In fattore di cambiamento del tutto naturale, è stato per esempio dalle variazioni demografiche. Un altro importante fattore di cambiamento è dato dai mutamenti culturali, I cambiamenti nelle conoscenze, delle idee di una certa cultura possono modificare la società in cui trovano espressione.
E poi ci sono i mutamenti tecnologici la tecnologia nella nostra società è un tipico prodotto culturale ad esempio la diffusione dell’automobile è facile immaginare quanto sarebbero diverse le relazioni sociali e l’automobile non fosse mai stata inventata, lo stesso esempio si può fare con i cellulari.
A proposito di nuovi modelli organizzativi per lo studio ...Un altro  fattore di cambiamento è il comportamento collettivo cioè un insieme di individui agisce e a degli effetti sulla società senza avere affidamento sul sistema codificato di ruoli e posizioni, in un contesto destrutturato.

2. IL CONFLITTO

Il disordine della società deriva dal conflitto. Se l’ordine sociale nel suo complesso è uno strumento di benessere, alcune sue norme possono essere motivi di malessere e singoli individui. Ogni regola implica anche la possibilità di una sua trasgressione. L’esistenza di un ordine sociale comporta la possibilità che qualcuno si discosti da tale ordine ed entri in conflitto con esso.
In ogni società non c’è sistema unico ordinato e coerente di norme ma una pluralità di sistemi che spesso sono difficili da coordinare o che entrano addirittura in conflitto tra loro.
Il conflitto è un elemento ineliminabile di ogni società. nasce dall'incompatibilità degli obiettivi perseguiti dei vari soggetti sociali (individui o gruppi).
Però il conflitto non nasce solo da una divergenza di obiettivi, altre due condizioni di fondo sono spesso necessari perché esso abbia luogo: 
  • Scarsità e ma distribuzione delle risorse sociali
  • La seconda condizione consiste nell'incertezza delle norme sociali
Il conflitto quando si verifica tra gruppi sociali può trasformarsi in un fattore di instabilità e di perturbazione dell’ordine sociale. Si ha allora quella che Marx chiamava lotta di classe, un fenomeno che ha caratterizzato tutte le società occidentali industrializzate nel XIX e nel XX secolo.



venerdì 27 marzo 2020

PSICOLOGIA: Il gruppo

VERIFICA DI FINE CAPITOLO

1) FISSA I CONCETTI

  1. Secondo il sociologo R. Merton, un insieme di persone è definibile "gruppo sociale" se le persone interagiscono tra loro, sentono di appartenere al gruppo, sono identificabili dall'esterno e da ciascun singolo membro come parte di quel gruppo
  2. Il sistema di status all'interno di un gruppo si riferisce alla posizione che ciascun  membro occupa nel gruppo e alla valutazione di quella posizione secondo una certa scala di valori
2) APPRENDI IL LESSICO
  • LEADER è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obbiettivo comune
  • INERZIA SOCIALE Quando si è in tanti a svolgere un compito, alcuni tendono a defilarsi da impegno e responsabilità
  • COMPORTAMENTO INDIVIDUALE, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione e si confrontano sulla base delle caratteristiche personali
  • COMPORTAMENTO INTER-GRUPPO caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione in quanto appartenenti a determinare categorie sociali
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

 

giovedì 26 marzo 2020

PSICOLOGIA: Il gruppo


LABORATORIO DELLE COMPETENZE

L'onda (FILM)

Risultato immagini per L'ONDA IL FILM

In una scuola superiore tedesca il programma didattico prevede che i professori organizzino una settimana di insegnamenti tematici. Al protagonista Herr Wenger viene assegnato il tema dell'autocrazia, che accetta suo malgrado e, per rispondere alla sfida lanciata da uno studente, secondo il quale la dittatura non avrebbe mai più potuto realizzarsi in Germania, dà inizio al corso con un'idea originale. Coinvolgere i ragazzi in un esperimento che li trasformi in un gruppo a regime dittatoriale, per dimostrare loro che le condizioni per il totalitarismo sono sempre invisibilmente presenti. A questo scopo, dopo aver guadagnato il ruolo di leader, inizia a veicolare i pensieri e le azioni dei ragazzi affinché si riconoscano in una forte identità collettiva.
L'entusiasmo cresce con facilità e in soli tre giorni nasce e si costituisce L'onda, un gruppo che si trasformerà in una banda organizzata fino al limite estremo di cadere nell'illecito. Quando Wenger interverrà per fermare gli eccessi sarà inevitabilmente troppo tardi.

PSICOLOGIA: Il gruppo

6. L'IDENTITÀ SOCIALE NELLA TEORIA DI TAJFEL

Nella sua teoria dell'identità sociale, Henri Tajfel analizza le relazioni tra i gruppi sociali collocandole su un continuum ai cui poli estremi rispettivamente si collocano:

    Risultato immagini per identità sociale di tajfel
  • comportamento inter-individuale, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione e si confrontano sulla base delle caratteristiche personali
  • comportamento inter-gruppo, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione in quanto appartenenti a determinate categorie sociali o gruppi
Nelle relazioni quanto più una persona si pone in termini di comportamento inter-gruppo, tanto più si sente di agire come membro di un gruppo ben definito, immaginando che ciascun altro agirebbe allo stesso modo. 
I meccanismi individuati da Tajfel determinano una netta dicotomia tra gruppo interno e gruppo esterno: ciascuno assocerà al proprio gruppo a quello esterno connotazioni cognitive ed emotive positive o negative che influenzeranno la qualità delle relazioni sociali. Il livello di autostima di un individuo è quindi conseguenza del valore attribuito al gruppo a cui sente di appartenere.
Secondo lo studioso, l'identità sociale di un individuo ha origine dal suo senso di appartenenza a uno o più gruppi sociali. Il senso di appartenenza a una categoria, può variare nel tempo:
  • se l'appartenenza arrecherà soddisfazione e autostima a ogni individuo , questi cercherà di rimanere membro di un gruppo
  • se invece un gruppo non migliora l'autostima di un individuo, questi tenderà ad abbandonarlo
7. I GRUPPI NEL CYBERSPAZIO

I gruppi virtuali sono costituiti da persone che interagiscono tra loro attraverso reti telematiche o di telefonia sulla base di interesse comune o di un medesimo approccio alla vita di relazione.
Risultato immagini per abbreviazioni in una chatQueste aggregazioni prendono la forma di comunità virtuali, raccogliendo membri di differenti culture, età, sesso e status sociale in piattaforme nel Cyber spazio dedicate alla libera espressione di idee, opinioni e atteggiamenti intorno a un interesse o a un argomento.
Vi sono alcuni aspetti distintivi legati in particolare modo al linguaggio e all'identità.
L'uso attuale delle Emoticons (le cosiddette faccine) tenta di sopperire a questa mancanza anche in maniera riduttiva e necessariamente stereotipata.
La velocità di comunicazione richiesta dalle piattaforme virtuali, ad esempio nelle chat, pone il problema dell’articolazione del linguaggio, stimolando l’uso di espressioni semplificate (abbreviazioni, codici) che rischiano di inibire l’espressione di pensieri più ricchi e complessi.

PSICOLOGIA: Il gruppo

4. IL POTERE E LA FIGURA DEL LEADER

Il potere è la possibilità che un individuo ha di influenzare e controllare il comportamento altrui e si esprime in diverse forme:
Risultato immagini per leader e la leadership
  • potere di ricompensa, cioè la possibilità di attribuire gratificazioni materiali o simboliche
  • potere coercitivo, cioè la possibilità di imporre sanzioni e punizioni
  • potere legittimo, basato sulla condivisione da parte di un gruppo di determinati valori e norme
  • potere di esempio, per cui le persone si identificano in colui che detiene il potere
  • potere di competenza, per cui un individuo o un gruppo riconoscono a una persona conoscenze specifiche in un determinato ambito
Il leader è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obbiettivo comune. La leadership assolve due funzioni ben precise: quella socio emozionale, che riguarda il raggiungimento dell'armonia nella vita del gruppo, e quella relativa al compito, che consiste nell'organizzare al meglio il lavoro di un gruppo.
Il leader espressivo (che si occupa degli aspetti affettivi) spesso è una figura diversa da leader strumentale (che si occupa del buon funzionamento del gruppo)
Le ricerche hanno mostrato che la leadership può essere esercitata adottando stili differenti.
  • leadership autoritaria caratterizzata da severità, spirito conservatore e incapacità di delega
  • leadership democratica caratterizzata da capacità di delega, sensibilità al clima di gruppo
  • leadership permissiva caratterizzata dall'abdicazione del leader al proprio ruolo, per lasciare all'iniziativa degli individui le scelte o le decisioni
In un gruppo ogni persona tende al massimo profitto con il minimo sforzo, contribuendo alla vita del gruppo in maniera differente.
Dunque la leadership comporta per chi la esercita costi e benefici, e ha funzione vitale per regolare la vita del gruppo stesso.

5. LA COESIONE E LA MENTALITÀ DI GRUPPO 

Tips for TEFL discussion classesPer parlare di interazione dei componenti di un gruppo ci si riferisce al concetto di coesione. Alcuni studiosi hanno individuato un metodo per misurare il grado di coesione. Lo psicologo e psichiatra Jacon Levy Moreno introdusse questo metodo che prende il nome di sociometria. Consiste nel chiedere ai membri di un gruppo di indicare chi preferiscono tra gli individui del gruppo stesso e i risultati vengono raccolti nel sociodramma.

mercoledì 25 marzo 2020

PSICOLOGIA: Il gruppo


1. INDIVIDUI E GRUPPI

Il sociologo Merton definisce il "gruppo" come un insieme di individui che interagiscono secondo determinate modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo dagli altri membri.
Risultato immagini per GRUPPISecondo la definizione di Merton, un insieme di persone per essere considerato un gruppo sociale deve avere determinate caratteristiche:
- Interazione
- Appartenenza
- Identità
A queste tre caratteristiche altri psicologi aggiungono la condivisione di scopi comuni, di norme e di valori. Il gruppo sociale va distinto dal semplice aggregato, ovvero un insieme di individui che si trovano in uno spazio fisico, e dalla categoria sociale, ovvero un insieme di persone con caratteristiche comuni.

2. IL SISTEMA DI STATUS E IL RUOLO ALL'INTERNO DEL GRUPPO 
Il sistema di status si riferisce alla posizione che un individuo occupa all'interno di un gruppo e alla valutazione di quella posizione in una scala di valori.
Lo status di ogni membro può comunque essere modificato se subentra una nuova persona all'interno del gruppo.
Risultato immagini per GRUPPOLa ristrutturazione del sistema di status si verifica anche nel caso in cui vengano introdotti nuovi scopi comuni all'interno del gruppo da parte di un membro. In questo caso si innescano dinamiche finalizzate alla ricerca di nuovi equilibri tra i componenti del gruppo.
Il ruolo è l'insieme di aspettative condivise circa il modo in cui deve comportarsi una persona che occupa un certo status all'interno di un gruppo.
Nei gruppi possono anche sorgere i conflitti dovuti alla modalità attraverso le quali si distribuiscono e si relazionano o diversi ruoli.

3. LE NORMI E LE RETI DI COMUNICAZIONE

Le normi sono l'insieme delle aspettative condivise dal gruppo rispetto al modo di comportarsi in quanto appartenenti al gruppo medesimo. Esse indicano le regole di comportamento, sia quando si sta con persone dello stesso gruppo sia quando si interagisce con un gruppo esterno.
Risultato immagini per le norme e le reti di comunicazioneL'individuazione delle norme serve a delimitare lo spazio di libertà individuale all'interno del gruppo, il limitare oltre il quale la diversità di un comportamento può sfociare in devianza.
Le norme assolvono le seguenti funzioni:
  • mantenimento del gruppo
  •  raggiungimento degli obbiettivi
  • costruzione di sistemi di riferimento per l'interpretazione della realtà
  •  definizione dei rapporti con l'esterno
La comunicazione all'interno di un gruppo è fondamentale, perché favorisce lo scambio e il consolidamento di relazioni impersonali.
I processi comunicativi possono essere di diverso tipo:
  • la comunicazione a ruota è centralizzata, cioè focalizzata sul leader: è il leader che decide come, quando, a chi distribuire le informazioni.
  • la comunicazione a rete è decentrata, cioè diffusa tra tutti i membri: le informazioni sono distribuite tra tutti
Il clima del gruppo varia a seconda che si adotti un modello centralizzato oppure diffuso, cioè maggiormente distribuito.


PEDAGOGIA: Illuminismo ed empirismo

VERIFICA DI FINE CAPITOLO

1) FISSA I CONCETTI
  1. Nel corso del Settecento il superamento delle pratiche educative dell'Antico Regime fu realizzato soprattutto grazie: a una nuova concezione delle capacità cognitive umane
  2. In epoca illuministica si afferma l'idea che l'infanzia sia: una tappa fondamentale di sviluppo per la formazione dell'adulto.
  3. La medicina settecentesca favorì: la tutela e la cura della salute dei bambini
  4. In questo periodo storico i collegi erano frequentati: da nobili e da borghesi, che miravano a una formazione specifica
  5. Nel corso de Settecento, al livello secondario di istruzione si privilegiava lo studio:delle materie umanistiche, e specialmente del latino
2) APPRENDI IL LESSICO
  • TABULA RASA il bambino è dotato solo di sensi e privo delle idee innate
  • GENTLEMAN fondato sulla nobiltà d'animo
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

Il bambino nasce privo di qualunque idee innate ↴ 
                                                       non ha conoscenza neppure quella di Dio
                                                                                 ↓
                                       Se questo è vero, allora la perfezione umana non
                                                  è quella indicata dal cristianesimo
                                                                                 ↓
                                                         La felicità è dunque mondana
                                                                               ↓
                           Da ciò deriva l'importanza dell' educazione, che mira a stabilire nel bambino 
                                           buone abitudini per integrarlo nella società


4) COSTRUISCI L'ARGOMENTAZIONE
  1. L'ideale educativo di Locke si fonda su alcuni presupposti teorici, ovvero l'empirismo, la concretezza pedagogica e l'utilitarismo.
  2. Dal presupposto dell'empirismo deriva il metodo di insegnamento proposto da Locke: questo si basa sull'esperienza e sulla ripetizione dell'esperienza, finché l'acquisizione non è compiuta e si costituisce l'abitudine
  3. Tale modo di insegnamento privilegia dunque la concretezza rispetto all'astrazione, la pratica rispetto alla teoria
  4. Questo orientamento verso la concretezza era l'origine anche della sua critica all'importanza eccessiva conferita nelle scuole al latino e ai tecnicismi logico-grammaticali, considerati inutili; l'educazione doveva mirare invece alla ricerca costante di ciò che è più utile per la vita dell'uomo in società.
  5. In base al criterio dell'utile, egli ribadiva l'importanza dell'acquisizione della saggezza e della moralità; l'istruzione vera e propria doveva contemplare la geografia, la matematica e la fisica; infine, si dovevano incoraggiare le attività pratiche.

PEDAGOGIA: Illuminismo ed empirismo

1. NUOVE PRATICHE EDUCATIVE

Nel corso del Settecento in tutto il continente europeo ebbe luogo un intenso dibattito sui metodi e sui fini dell'educazione e dell'istruzione. Tale dibattito determinò il ripensamento di molte delle pratiche sino ad allora impiegate nell'allevamento e nell'educazione dei figli all'interno delle famiglie e una revisione dell'organizzazione e della gestione delle scuole da parte delle monarchie assolutistiche.
Negli studi relativi alle capacità intellettive dell'uomo e nelle riforme scolastiche della seconda metà del XVIII secolo che vanno ricercate alcune spinte decisive verso le moderne teorie e prassi pedagogiche. Uno dei fattori che portarono al ripensamento dei compiti e delle finalità dell'educazione fu senz'altro l'affermarsi di una diversa concezione delle facoltà cognitive dell'uomo, che ebbe tra i suoi ispiratori John Locke.
Il compito fondamentale dell'educazione, specialmente nell'infanzia, era quello di risvegliare tale idea con lo studio della religione, al fine di condurre il bambino sulla strada della salvezza eterna. La migliore conoscenza dei processi mentali dell'essere umano portò a individuare l'origine della conoscenza nell'esperienza e nelle capacità sensoriali e intellettive dell'individuo. Da qui nacque nacque la corrente filosofica nota come empirismo, secondo la quale l’uomo, oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere e sviluppasi ha bisogno di poter conoscere il mondo per mezzo dell’esperienza.

2. LOCKE E LA SOCIETÀ INGLESE TRA 600 E 700
3. LA FORMAZIONE DEL GENTLEMAN

John Locke nacque nel 1632 da una famiglia puritana. Egli studiò le lingue classiche e la filosofi scolastica, terminati gli studi si dedicò all'insegnamento.
Risultato immagini per LockeLocke si incentrò sull'educazione per i giovani maschi di famiglia ricca, cioè i gentleman, che facevano parte dell'antica aristocrazia ma erano anche inseriti nella vita produttiva. Si tratta di un'educazione individualizzata, privata e basata sull'osservazione del bambino da parte del precettore che deve creare un percorso formativo a partire dalle attitudini e dalle capacità dell'allievo.
Per Locke è preferibile un'educazione privata perché nella scuola pubblica il bambino, pur imparando a rapportarsi con gli altri, diventa più rozzo e difficilmente gestibile. Al contrario con un precettore privato il bambino sarà più giusto e avrà un comportamento più nobile.
Lo scopo del percorso formativo non è la conoscenza ma la costruzione di una personalità corretta per il gentleman. Il gentleman deve essere libero, cioè deve saper rinunciare agli appetiti e auto dominarsi, attraverso la razionalità che è superiore alla passione e ai desideri.


ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

VERIFICA FINE CAPITOLO

1) FISSA I CONCETTI
  1. Le società a oralità primaria sono quelle società che rifiutano, per vari morivi, l'utilizzo della scrittura
  2. Gli stili cognitivi si dividono in maniera netta e radicale tra stile cognitivo globale e stile cognitivo articolato
  3. Che cosa sostiene Bronislaw Malinowski a proposito del potere della parola presso i Trobriand? Che in determinate culture le parole hanno un potere speciale come se "il dire fosse quasi un fare"
  4. In che senso la televisione è un mezzo culturale influente? Nel senso che essa non viene influenzata dalle diverse culture, ma è ovunque uno strumento neutrale
  5. Il tempo puntiforme è quello in cui i riferimenti temporali sono associati a eventi naturali o sociali
2) APPRENDI IL LESSICO
  • PENSIERO ASTRATTO pensiero non materiale e non semplice
  • TECNICHE MNEMONICHE tecniche per imparare a memoria
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

STILI DI PENSIERO E DI  COMUNICAZIONE

PENSIERO CONCRETO
esercitato in relazione a contesti d’esperienza

PENSIERO ASTRATTO
esercitato in relazione a contesti astratti o ipotetici

COMUNICAZIONE ORALE
-          società a oralità primaria
-          tecniche mnemoniche
-          potere della parola
COMUNICAZIONE SCRITTA
-          la scrittura cuneiforme e scrittura alfabetica
-          la scrittura condiziona il pensiero
-          scrittura permette maggiore conservazione di memorie

STILE COGNITIVO GLOBALE
Dalla totalità del fenomeno alla particolarità degli elementi

STILE COGNITIVO ARTICOLATO
Dalla considerazione dei singoli elementi dell’esperienza alla totalità

CONCEZIONE PUNTIFORME DEL TEMPO
Riferimenti temporali connessi a eventi naturali, sociali o fisiologici

CONCEZIONE UNIFORME DEL TEMPO
Tempo come unità uniforme, frazionabile e misurabile

4) COSTRUISCI L'ARGOMENTAZIONE

  1. Alla fine degli anni Sessanta del 900 Berlin e Kay confrontarono le terminologie cromatiche in ventisei lingue diverse
  2. Più una cultura è sviluppata e complessa, più il suo vocabolario cromatico è ricco. Più una cultura è semplice, il più vocabolario cromatico è povero
  3. Secondo Berlin e Kay, in base alle loro ricerche, tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore ma esse vengono espresse in una quantità di termini diversa in base alla cultura
  4. Accertarono che il numero dei termini presenti in ciascuna lingua variava da un minimo di due a un massimo di undici. Chiamarono termini "di base" quelli che esprimono fenomeni percettivi immediatamente comprensibili
  5. Un'obiezione sollevata al lavoro di Berlin e Kay riguarda la distinzione tra cultura semplice e cultura complessa

ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

DOMANDE DEL CAPITOLO

Domande dei Paragrafi
IL PENSIERO: CONCRETO E ASTRATTO e COMUNICAZIONE ORALE E SCRITTA

1.In che modo il sistema cognitivo dei popoli primitivi differisce da quello dei popoli più evoluti?
   Con la società a oralità primaria non conoscevano alcuna forma di scrittura e oggi non esistono
 
2. Qual è l'opinione di Levi-Strauss riguardo al pensiero primitivo?
    Levi Strauss pensa non sia privo di aspetti speculativi, riflessivi e teoretici
       
3.Quale fu la prima forma di scrittura?
   Inca dei Perù e Dahomey, con sassolini,corde, bastoncini, ma non con segni
         
4.Quali espedienti usano i cantastorie per memorizzare i loro racconti?
   Tecniche mnemoniche, espressioni fisse, stereotipate e ripetitive

Domande dei Paragrafi
QUESTIONI D'INTELLIGENZA, PAROLA E MONDO e SCRITTURA ORALITÀ MEMORIA

1. Indica quali sono le potenzialità intellettive universalmente presenti negli esseri umani.
    Scrittura, memoria e conservazione, linguaggio

2.  Che differenza c’è fra lo stile cognitivo articolato e quello globale
    Globale: totalità del fenomeno considerato per giungere alla particolarità
    Articolazione: singoli elementi, per risalire alla totalità

3.  Di quali poteri si caricano le parole presso alcuni popoli?
    Il potere viene dai nomi e nel modo in cui vengono chiamati.

Domande dei Paragrafi
I MEDIA E LA NUOVA COMUNICAZIONE GLOBALE, LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO

1. Che influenza ha avuto, e continua ad avere, la televisione sulle popolazioni del mondo?Influenza le relazioni, aspirazioni e la loro immaginazione

2. Quali indirizzi di studio comprende l’etnoscienza?
L’etnoscienza comprende lo studio delle differenti culture, organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale (vegetale e animale)

3. Da quali fattori è influenzata l’attribuzione dei nomi ai colori presso le diverse popolazioni? L’attribuzione è influenzata dai fattori in relazione alla complessità culturale e tecnologica della cultura


ANTROPOLOGIA: Pensare,comunicare, classificare

7.  LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO

Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. E tutti hanno qualche teoria sul suo disordine. Queste teorie spiegazioni, ovviamente non sono identiche.
Risultato immagini per cCLASSIFICAZIONE DEL MONDOGli antropologi che si sono dedicati allo studio di questo argomento nei contesti culturali più diversi definiscono la loro specializzazione con il termine di etnoscienza. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze e concezioni non sono casuali e frammentarie, ma possiedono gradi di sistematicità e di coerenza spesso notevoli, sebbene differenti e meno ‘esatti’ di quelli elaborati dalla scienza moderna.
I Waiwai, orticoltori dell’Amazzonia, considerano il fegato di certi animali un’vegetale, in quanto la sua forma assomiglia a quella delle foglie di certi alberi. Di conseguenza essi ritengono che le donne, cui è vietato il consumo di carne procurata mediante la caccia di animali abbattuti con l’uso delle armi, possano cibarsene. Il divieto del consumo della carne da parte delle donne e per i Waiwai un tabù che fa paté di un sistema più ampio di divieti riguardanti l’uso delle armi e la partecipazione alla caccia alla guerra da parte degli individui di sesso femminile. Alla fine degli anni Sessanta, due antropologi americani, Brent Berlin e Paul Kay, confrontarono le terminologie cromatiche presenti in ventisei lingue diverse. Accertarono così che il numero dei termini presenti in esse variava da un minimo di due, come in alcune lingue della Nuova Guinea, a un massimo di undici, come in certe lingue europee. Questi termini fondamentali o <<di base>>, come Berlin e Kay li chiamarono sono quelli che riflettono fenomeni di percezione del colore senza bisogno di ulteriore specificazione per essere compresi.

a) Tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore.
b) La terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa. In tutti i sistemi che per esempio possiedono solo due termini, questi sono sempre <<chiaro>> e <<scuro>>, in quelli che ne hanno tre, invece <<bianco>>, <<nero>>, e poi <<rosso>> ecc.
c) Il numero dei termini di base impiegati da una lingua per indicare I colori sarebbe in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione, per cui più una cultura è semplice più il suo vocabolario cromatico è povero, mentre culture particolarmente complesse rivelerebbero l’esistenza di un numero elevato di termini cromatici di base.


ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

5. SCRITTURA, ORALITÀ E MEMORIA

La diffusione della scrittura ha inciso fortemente sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura le tecniche di conservazione della memoria erano ben diverse. Dove non c’è scrittura possono esistere tecniche mnemoniche esterne alla parola, come ad esempio sassolini, bastoncini e cordicelle; essi non sono utili per ricordar sequenze argomentati e molto lunghe. Laddove la scrittura è assente, l’unico modo per ricordare lunghe sequenze argomentative è pensare per “moduli mnemonici”. Questo modo di trasmettere la memoria e le conoscenze si riflette sul tipo di memoria e di conoscenza stessa che viene trasmessa. Dove non ci sono testi scritti ci si può solo affidare alla parola.
Risultato immagini per scrittura, memoria oralitàUn effetto di questo modo di trasmettere la memoria è he esso tende a produrre effetti omeostatici: cioè tende a eliminare tutto ciò che ha interesse per il presente. Il termine “omeostatico” indica un processo attraverso cui un sistema tende a mantenersi in equilibrio attraverso dei meccanismi di autoregolazione. Il termine è stato coniato per indicare processi biologici, ma oggi viene utilizzato per fenomeni studiati anche da altre discipline come la linguistica, la sociologia, l’antropologia.
La scrittura consente di sviluppare un pensiero più ampio di quello legato all'oralità, perché permette di entrare più rapidamente in contatto con molteplici punti di vista, d confrontarli in maniera sistematica e di elaborare nuove proposizioni a partire da quelle esistenti. Essa ci rende capaci di elaborare un linguaggio meno compreso entro i limiti del nostro piccolo mondo linguistico, il quale è adattato a cogliere le sfumature della vita quotidiana.

6. I MEDIA E LA NUOVA COMUNICAZIONE GLOBALE

Risultato immagini per comunicazione globaleDagli anni Settanta de secolo scorso in poi si è assistito una grande diffusione dei media su scala planetaria. La televisione è rapidamente giunta un po' ovunque, persino in quei luoghi della Terra in cui non arriva l’elettrica. La televisione è un mezzo facilmente accessibile e di amplissima portata. Per questo motivo essa è un mezzo culturalmente influente. La televisione è la ‘regina’ dei media, nell'epoca attuale. 
I media, e la televisione su tutti, sono fattori attivi nel processo di produzione e di cambiamento culturale. La riflessione di Marshall McLuhan ruota intorno all'ipotesi secondo cui i media prevedono i comportamenti indipendente dai contenuti dell’informazione. Secondo lui: “il mezzo è il Messaggio”. 
Risultato immagini per comunicazione del nuovo mondo globaleIn Italia, negli anni Cinquanta-Sessanta, la TV fu un mezzo di ampia diffusione delle informazioni di programmi educativi, anche per persone analfabetiche. Con il tempo non ha solo standardizzato il linguaggio, non solo lo ha semplificato, ma anche gesti e modi di appratire sono ormai molto spesso suggeriti dalla televisione. Tutto ciò ha molto influenza sul modo di comunicare degli esseri umani.



lunedì 23 marzo 2020

SOCIOLOGIA: La stratificazione sociale

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1) FISSA I CONCETTI

  1. Si parla di "mobilità intergenerazionale" quando si segnala un mutamento di posizione sociale: nel corso della vita di un individuo
  2. Quale fattore non contribuisce alla determinazione dello status sociale? l'Età
  3. Quale elemento per Marx distingue la classe borghese dal proletariato? Il possesso dei mezzi di produzione
  4. Il concetto di ceto si differenzia da quello di classe perché: si riferisce allo stile di vita delle persone
  5. La subcultura è: una variante della cultura dominante che si distingue da essa per aspetti significativi
2) APPRENDI IL LESSICO
  • STRATIFICAZIONE SOCIALE è la società che è composta da strati
  • MOBILITA' SOCIALE è il movimento della società
  • STATUS SYMBOL i simboli della posizione sociale
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

 

SOCIOLOGIA: La stratificazione sociale

3. LE CLASSI SOCIALI

Risultato immagini per stratificazione e statusLa principale categoria utile per descrivere la stratificazione nella società industriale è quella di classe sociale.. Essa fu portata all'attenzione dei sociologi da Karl Marx, il quale sosteneva che le disuguaglianze sociali possono essere ricondotte a un'unica causa originaria: il tipo di rapporto che ciascun gruppo sociale intrattiene con i mezzi di produzione della ricchezza. Secondo Marx la stratificazione sociale si modella dunque su differenza di tipo economico tra le persone e tra i gruppi sociali, mentre tutte le disuguaglianze di altro tipo possono essere spiegate sulla base di tali differenze. 
Per Marx la stratificazione della società industriale si articola di conseguenza in due soli strati, che egli chiama appunto classi sociali:

  • BORGHESIA è la classe di tutti coloro che detengono la proprietà dei mezzi di produzione, ed è dunque la classe dominante
  • PROLETARIATO è la classe di tutti coloro che possiedono solo la propria forza-lavoro, ed è quindi la classe subalterna
4. I CETI

Le differenze tra persone e gruppi non possono essere ricondotte alle sole differenze professionali e di reddito. A queste si incrociano differenze culturali che sono altrettanto importanti.
Risultato immagini per culturaAlla stratificazione per professioni e per reddito si sovrappone dunque una stratificazione per atteggiamenti e consumi culturali che non necessariamente coincide con la prima.
Per definire meglio questa complessità si può utilizzare il concetto di ceto, che a differenza di quello di classe fa riferimento non alla professione e al reddito delle persone, ma allo stile di vita che esse conducono e al tipo di riconoscimento sociale cui ambiscono.

5. LA CULTURA

Appartenere a un certo strato sociale porta a sviluppare un certo tipo di cultura, e condividere quel tipo di cultura è una delle condizioni che indicano l'appartenenza a quello strato sociale.
Ogni società condivide al proprio interno una certa cultura, costituita di significati che tutti o gran parte dei suoi membri attribuiscono più o meno a fatti, oggetti e comportamenti, una cultura caratteristica e distintiva di quella società rispetto a tutte le altre.
L'esistenza in ogni società di una cultura dominante non significa che tutti i membri della società condividono esattamente la stessa cultura.
L'esistenza di una stratificazione nella società fa sì che spesso ciascuno strato si riconosca in significati e valori che differiscono in parte da quelli degli altri strati. 
La cultura specifica di un singolo strato o gruppo sociale viene detta subcultura, intendendo con questo che si tratta di una "cultura subordinata" a un'altra cultura, ossia di una variante della cultura dominante.
La subcultura giovanile è quella che, per le proprie caratteristiche e la propria "visibilità", richiama oggi maggiormente l'interesse dei sociologi.

SOCIOLOGIA: La stratificazione sociale

1. LA STRATIFICAZIONE E LA MODALITÀ 

La stratificazione sociale è quel carattere della società per cui essa si compone di una pluralità di strati, identificati dal fatto di avere possibilità uguali di accedere ai vari tipi di risorse disponibili. Questi strati sono composti da persone che non si conoscono ma che hanno molto in comune.
La stratificazione sociale sottolinea due aspetti della società:

  • La stratificazione sociale è come una collettività disposta secondo una scala gerarchica: ci sono condizioni migliori e condizioni peggiori e la possibilità di accendere alle prime alle seconde è influenzata dalla sua estrazione sociale cioè l'ambito sociale a cui appartiene
  • La gerarchia sociale non è una gerarchia di individui o di gruppi relativamente omogenei al loro interno  
Risultato immagini per cast out casta
La società occidentale si caratterizza per un crescente dinamismo della struttura sociale e i gruppi sono sempre più mobili e multiformi. Un tempo i settori privilegiati restavano sempre gli stessi nel corso dei decenni, ora non è più così. E' aumentata la mobilità degli individui attraverso gli strati sociali. Si parla di modalità sociale per indicare il livello di flessibilità della stratificazione di una certa società.
Nella società più antiche così come quelle odierne del terzo mondo, le posizioni all'interno della stratificazione, e quindi anche le disuguaglianze sciali, sono attribuite in gran parte per nascita.
Questo è il tipico caso dell'antico sistema indiano di stratificazione sociale secondo il quale si apparteneva a una certa casta in virtù di quella di appartenenza dei genitori perciò il passaggio da una casta all'altra era impossibile. Nelle società in cui la stratificazione si basa sul principio dell'appartenenza per nascita  si ha un grado molto basso di modalità sociale.


2. LO STATUS DELL'INDIVIDUO

Le posizioni, in sociologia vengono chiamate "status sociale", sono determinate da fattori quali denaro, potere, prestigio e cultura, e inserite in un sistema di stratificazione della società nel suo complesso. Inoltre ciascuno status sono complessi dei comportamenti, degli atteggiamenti, l'uso di certi oggetti che sono tipici di quella posizione sociale e che la contraddistinguono rispetto alle altre.
Questi oggetti e comportamenti sono caratteristici del nostro status da acquisire una funzione simbolica, cioè da divenire di fronte agli altri veri e propri segnali della posizione sociale che occupiamo. I simboli dello status sociale delle persone sono detti status simbolo.
Lo status non è solo quello delle persone privilegiate, ma ciascuno di noi ha il proprio status, alto o basso che sia, perché ciascuno di noi occupa necessariamente una certa posizione all'interno della stratificazione sociale.

SOCIOLOGIA: Il potere e la disuguaglianza

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1) FISSA I CONCETTI
  1. Secondo Max Weber, la "misura" del potere è: l'obbedienza
  2. Una posizione sociale è gerarchicamente superiore a un'altra quando chi la occupa ha autorità sui sottoposti: in relazione alla sua forza
  3. Le disuguaglianze nella distribuzione del potere: sono una costante dei rapporti umani
  4. Si parla di disuguaglianza sociale quando gli individui di una società: non hanno uguale accesso ai ruoli chiave del potere
  5. Le naturali differenze tra gli individui: possono essere originate da disuguaglianze sociali o da differenze etniche, di genere, di età
2) APPRENDI IL LESSICO
  • AUTORITA' è il potere che viene esercitato
  • RISORSE SOCIALI possono essere denaro, potere, istruzione
  • DISCRIMINAZIONE INFORMALE esiste nella società ed è tollerata

3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

FIGURA DI POTERE
SUBORDINATA
TIPO DI POTERE
Rapinatore
Vittima della rapina
Informale
Arbitro
Calciatore
Autorità
Caporeparto
Operaio
Autorità
Calciatore
Tifoso
Informale
Guida turistica
Turista
Autorità
Innamorato
Persona amata
Informale
Padroni di casa
Domestica
Autorità
Primo ministro
Opinione pubblica
Autorità
Rock star
Fan
Informale
Direttore d'orchestra
Musicista
Autorità

4) COSTRUISCI L'ARGOMENTAZIONE
  1. La differenza biologica tra uomo e donna costituisce un fattore fondamentale nella distribuzione di ruoli e prerogative sociali
  2.  I ruoli sociali di uomini e donne non sono tuttavia riconducibili a un ordinamento naturale della società, bensì sono il risultato di specifiche forme culturali sviluppatesi nel corso della storia
  3. Uomini e donne hanno infatti assunto posizioni e funzioni sociali differenti, talvolta opposte o difficilmente associabili alle loro caratteristiche anatomiche
  4. Per scongiurare un indebito slittamento dal piano naturale al piano sociale, si è ritenuto opportuno distinguere le categorie di sesso e genere
  5. Il termine "sesso" si riferisce a una caratteristica fisica, mentre con "genere" si indica un dato sociale

giovedì 19 marzo 2020

ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

LABORATORIO DELLE COMPETENZE

La parola come forza creatrice

Risultato immagini per la parola come forza creatrice
Si credeva che ogni antenato totemico, nel suo viaggio per tutto il paese, avesse sparso sulle proprie orme una scia di parole e di note musicali, e che queste Piste del Sogno fossero rimaste sulla terra come "vie" di comunicazione fra tribù più lontane. Un canto faceva contemporaneamente da mappa e da antenna. A patto di conoscerlo, sapevi sempre trovare la strada. [...] L'Australia intera poteva, almeno in teoria, essere letta come uno spartito. Non c'era roccia o ruscello, si può dire, che non fosse stato cantato o che non potesse essere cantato. Forse il modo migliore per capire le Vie dei Canti era di pensare a un piatto di spaghetti ciascuno dei quali è un verso di tante Iliadi e Odissee - un intrico di percorsi dove ogni "episodio" è leggibile in termini geologici. [...] Gli Antenati, che avevano creato il mondo cantandolo, erano stati poeti nel significato originario di poiesis, cioè «creazione». Nessun aborigeno poteva concepire che il mondo creato fosse in qualche modo imperfetto. La vita religiosa di ognuno di essi aveva un unico scopo: conservare la terra com'era e come doveva essere.
(B. Chatwin, Le vie dei canti, Adelphi, Milano 1988, pp.24-27)


martedì 17 marzo 2020

ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

3. QUESTIONI DI INTELLIGENZA

Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali; però tali potenzialità possono prendere direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Vi sono alcune capacità universalmente distribuite in tutti gli esseri umani non colpiti da patologie o disturbi particolari:
  • ASTRAZIONE capacità di solare un aspetto da un complesso di elementi
  • CATEGORIZZAZIONE capacità di raggruppare gli elementi in gruppi o classi
  • DEDUZIONE capacità di passare dal generale allo specifico
  • INDUZIONE capacità di procedere dallo specifico al generale
Gli esseri umani, come ben sappiamo, non attivano tali processi in un contesto “vuoto”, bensì in un contesto fatto di modelli culturali condivisi, trasmessi, selezionati...
Si dice pertanto che la capacità universali vengono adattate a diverse strategie funzionali, le quali dipendono da fattori sociali, culturali, psicologici, affettivi... Infatti se viene fatto un test a degli individui, essi rispondono a “strategie funzionali” diverse. Tali strategie non solo variano da un contesto culturale all’altro, ma variano anche da soggetto a soggetto all’interno della stessa cultura, a seconda dell’appartenenza a una determinata classe sociale, del livello d’istruzione, quando non di una predisposizione del tutto personale.
La diversa reazione a un test interculturale è anche stata fatta risalire a stili cognitivi differenti. Gli antropologi hanno usato questa espressione per denotare il diverso modo in cui individui provenienti da ambiti culturali diversi si rapportano al mondo sul piano cognitivo.
Si dice che lo stile cognitivo può oscillare, in misura diversa, tra due estremi ideali: a) uno stile cognitivo globale e b) uno stile cognitivo articolato.

4. PAROLA E MONDO

In assenza di scrittura, le parole non hanno un’esistenza duratura. Esse non sono cioè visibili bensì solo degli “eventi”, nel senso che vengono pronunciate in un tempo preciso e con esso svaniscono.
Questo non significa che gli appartenenti a società fortemente orali non abbiano memoria ben salda. Semmai è il contrario, poiché essi costruiscono i loro discorsi e i loro racconti mediante l’uso di clausole e ripetizioni grazie alle quali riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta.
Nelle culture fortemente orali la pregnanza delle parole, cioè la loro efficacia, pare essere legata al momento in cui le parole stesse sono pronunciate.

ANTROPOLOGIA: Pensare,comunicare,classificare

1. IL PENSIERO: CONCRETO E ASTRATTO

Il pensiero concreto/astratto è un’ opposizione che distingue due modi di costruire e organizzare le conoscenze sul mondo: il primo modo ha come fondamento l’esperienza mentre il secondo elabora generalizzazioni e concetti al di là delle proprietà fisiche.
Tutti gli esseri umani sono più o meno dotati delle stesse capacità sensoriali e intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste manifestano all’interno di tutte le culture e non tra le culture.
I primi europei che si accostavano a quelli che una volta erano chiamati «popoli primitivi» erano colpiti dal fatto che molti di loro avessero sistemi di numerazione che non superavano poche unità. In seguito li stupì anche l’assenza, presso molti popoli, di un concetto astratto di spazio e di tempo.

2. COMUNICAZIONE ORALE E COMUNICAZIONE SCRITTA

Non esiste ormai società che ignori l'esistenza della scrittura. Tuttavia, anche dove la scrittura è presente ovunque, la comunicazione ordinaria si svolge per lo più in forma orale. Il nostro modo di esprimerci oralmente è, infatti, guidato da un pensiero che si fonda sull'assimilazione della scrittura.
Risultato immagini per comunicazione orale scrittaFino a non molto fa esistevano ancora le cosiddette società a «oralità primaria». Si trattava di società che, indipendentemente dal loro grado di complessità sul piano politico, economico e amministrativo, non conoscevano alcuna forma di scrittura.
Oggi la società a «oralità primaria» non esistono più. Infatti, anche laddove l'ignoranza dell'alfabeto scritto è ancora diffusa, la scrittura esercita la sua influenza attraverso leggi, regolamenti, disposizioni, calcoli e statistiche prodotti da un centro politico e amministrativo che è espressione di uno Stato «nazionale».
Fino al terzo millennio a.C. l'umanità non conosceva la scrittura, la quale fece la sua comparsa, nell'area mesopotamica e nelle aree limitrofe. La scrittura vera e propria comparve in Mesopotamia, con il popolo dei sumeri, ed è conosciuta come scrittura cuneiforme, perché il segno base, una form a cuneo, era combinato con altri simili per formare le parole.
Siamo abituati a leggere e a scrivere, non ci rendiamo conto di quanto peso abbia la scrittura nel nostro modo di comunicare. La scrittura esercita sulla parola una sorta di condizionamento.

lunedì 16 marzo 2020

PEDAGOGIA: L'educazione nel mondo protestante

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1) FISSA I CONCETTI
  1. La traduzione della Bibbia in tedesco, evento fondamentale per l'unificazione linguistica della nazione, fu realizzata da: Lutero
  2. Nelle aree geografiche in cui si diffuse il luteranesimo, si riscontrò presto nella popolazione: il fenomeno del semi-alfabetismo (capacità di leggere, ma non di scrivere)
  3. Comenio, considerato il fondatore della pedagogia moderna, sosteneva che: i bambini nascono già compromessi dal peccato originale, pertanto non c'è possibilità di migliorare la loro condizione
  4. Le opere più importanti in cui Comenio compendiò la sua concezione pedagogica e il suo modello di scuola sono: la Pampedia (1656) e la Pansonia (1657)
  5. Secondo August Hermann Francke l'educazione era fondata su: una didattica ispirata agli ideali di Comenio, applicata mediante una disciplina rigida e severa
2) APPRENDI IL LESSICO
  • PANSOFIA  indica il desiderio di una scienza universale che organizzasse, in maniera sistemica, le varie discipline e fornisse l'oggetto e lo scopo della didattica.
  • PAMPAEDIA è l'educazione universale di tutta l'umana gente
  • PIETISMO movimento di riforma tutto intero al luteranesimo
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

Comenio ha una concezione ottimista dell'infanzia➝ Le doti naturali del bambino
                                                                                      vanno riconosciute e valorizzate
                                                                                                            ↓
                                                                                 è perciò importante il ruolo del maestro
                                                                                                      che deve:
                                                                                                   
                                                                                                   ⇙

                                            -  riconoscere l'importanza del gioco
                        -  adattare il metodo di insegnamento alle caratteristiche del bambino
           -  partire sempre nella didattica dall'esperienza sensibile, più immediata e naturale
                   -  impiegare strumenti didattici adeguati, come i libri illustrati