martedì 9 giugno 2020

PSICOLOGIA: L'influenza sociale, la banalità del male e il comportamento malvagio

LE SPIEGAZIONI PSICOLOGICHE DELLA SHOAH E DEL TOTALITARISMO

SHOA: ALL'AQUILA PROIEZIONI E DIBATTITI PER LA GIORNATA DELLA ...La psicologia ha cercato di capire i meccanismi psicologici sottesi a quei comportamenti.
La prospettiva, di tipo "situazionale", espressa da Zygmunt Bauman ed elaborata, come le altre teorie fin qui analizzate, a partire dagli anni Cinquanta.
Vennero effettuati degli studi studi affrontano il tema da da una diversa prospettiva e sottolineano come la tendenza al consenso e l'obbedienza all'autorità derivino dalla costruzione sociale di una personalità tendente alla sottomissione alle persone forti e alla brutalità nei confronti dei deboli.
La Shoah non è interpretata come la conseguenza di comportamenti psicopatologici da parte di un gruppo di individui, ma si preferisce evidenziare altri fattori, come la struttura e l' organizzazione della società, i meccanismi di interazione e di influenza sociale funzionali al raggiungimento di finalità economiche e politiche. Un elemento analizzato è, per esempio, l'esclusione morale: attraverso la propaganda, gli ebrei (e con loro anche altre categorie etniche e sociali, come gli zingari, gli omosessuali, i comunisti) furono denigrati e considerati come responsabili dei mali della Germania, meritevoli dunque di essere esclusi dalla società tedesca.
Matera non dimentica il Giorno della MemoriaEssi furono emarginati dal mondo sociale attraverso l'esclusione dalla scuola, dal lavoro, dai vari settori della vita collettiva; successivamente furono imprigionati e rinchiusi nei campi di concentramento dove finirono per non essere più soggetti psicosociali: prima di essere uccisi venivano infatti annientati dal punto di vista umano, attraverso forme estreme di degradazione e d'umanizzazione.
I burocrati implicati nel processo di distruzione si difesero spiegando che avevano semplicemente obbedito agli ordini: si era attivato un meccanismo di d'individuazione e conseguente de responsabilizzazione individuale; l'obiettivo era quello di svolgere bene il proprio compito, obbedendo all'autorità alla quale si attribuita la responsabilità di ciò che stava accadendo.
Secondo Fromm, alla base del consenso al totalitarismo sta una forma anziché psicologica che egli chiama carattere autoritario, caratterizzata da componenti sadomasochistiche. Le tendenze masochistiche si manifestano attraverso sentimenti di inferiorità e di impotenza e attraverso comportamenti atti a sottomettersi ad altri. Le tendenze sadiche si esprimono, secondo Fromm, in tre tipi di atteggiamenti:  rendere gli altri dipendenti da noi (e avere potere su di loro); dominare gli altri per sfruttarli e usarli e  desiderare di far soffrire o di veder soffrire. Le tendenze sadiche sono spesso nascoste dietro una facciata di razionalità: "ti domino perché so ciò che è meglio per te; ... ho fatto tanto per te e ora ho il diritto di avere da te quello che voglio".
Gli studi di Reich hanno individuato specifiche caratteristiche di personalità funzionale agli obiettivi sociali del loro tempo e ne hanno messo in luce l'origine nel condizionamento sociale attraverso i processi di educazione-socializzazione. L'attenzione e l'evidenziazione dei fattori di influenza sociale,  non sono ancora presenti in queste teorie, ma si svilupperanno, dopo gli anni Cinquanta.

ANTROPOLOGIA: Relazioni e termini di parentela

4. LE TERMINOLOGIE DI PARENTELA

Il modo di chiamare un parente riflette una forma di relazione sociale e affettiva o è svincolato da quest'ultima?
Lewis Morgan lo tocchi gli irochesi chiamavano padre il fratello del proprio padre e madre la sorella della propria madre. e a loro volta il fratello del padre e la sorella della madre chiamavano l'individuo figlio.
Morgan quindi dedusse che le terminologie di parentela sono dei sistemi, ciò significa che ogni termine con cui un individuo chiama un proprio parente ne corrisponde sempre un altro usato da quest'ultimo per chiamare il primo.
Morgan notò anche e dimostrò che sistemi diversi convivono in arie molto vicine i sistemi molto simili possono convivere in posizioni lontanissime.

2. AFFINITÀ E MATRIMONIO

Il matrimonio si divide in monogamico tra due individui poliginico tra uomo e più donne e poliandrico tra una donne più uomini il tipo più diffuso è quello monogamico.
Guida pratica al matrimonio tra straniero e italianoall'interno del matrimonio Vengono distinti individui illeciti e vietati,  quelli vietati sono quelli incestuosi.
Da un punto di vista socio antropologico il matrimonio allo scopo di controllare e gestire la capacità riproduttiva degli individui di sesso femminile.
In molte culture come quello dei nuer del Sudan esiste il matrimonio con lo spirito,  che con parente del marito defunto,  i figli nati da questo Unione sono considerati figli del defunto.
Per i nigo della Nigeria raramente praticano il matrimonio tra donne, che corrisponde a un'esigenza delle donne. Come nell'esempio delle donne sterili che vengono considerate uomini,  quindi in grado di contrarre matrimonio.  la gonna a sua discrezione Scegli un uomo con cui avere dei figli, i quali vengono considerati discendenti della donna marito.

ANTROPOLOGIA: Relazioni e termini di parentela

1. CONSANGUINEITÀ E AFFINITÀ
Accade che le affinità d'anima…La parentela consiste in un insieme di relazioni tra individui e gruppi, relazioni che hanno una base biologica quanto culturale. l'importanza di queste relazioni nella vita delle società umane è fondamentale. la parentela un insieme di relazioni che legano gli individui tra loro. la parentela di consanguineità e di affinità sono regolamentati da norme e codici non importa se scritti o tramandati per via orale.
Tutte le culture hanno un'idea dei legami che intercorrono tra un genitore e i suoi figli o tra figli di una coppia,  ma queste idee variano,  perché impiegano differenti concezioni riguardanti il concepimento, la formazione e la crescita, e persino all'autorità che genitori esercitano sui loro figli.
La parentela e quindi in ogni società, un complesso di idee e relativi ai rapporti tra gli esseri umani, idee che corrispondono a concezioni del concepimento, della formazione e della identità sociale degli individui.
Un altro aspetto importante della parentela è la connessione col mondo religioso. i bambini che nascono spesso sono sottoposti a dei riti religiosi che ne dichiarano l'appartenenza a una comunità di Fedeli.  quindi la parentela e anche un complesso di relazioni che coinvolge altri aspetti della vita sociale.

2. I DIAGRAMMI DI PARENTELA
It's a man's man's man's world. Forse noPer descrivere i legami di parentela  vengono  tracciati dei diagrammi. alla base del diagramma ego  è l'individuo dal punto di vista del quale il diagramma deve essere letto.  i parenti consanguinei sono in colore nero.  mentre quelli bianchi sono i  parenti acquisiti Di ego.
In alcune culture la sorella della madre viene chiamata madre, gli antropologi hanno studiato un sistema per indicare i parenti dell'individuo in modo neutro,  rispettando ogni cultura.  vengono utilizzate delle lettere,  che formano delle sigle preso dal sistema inglese.

3. LA DISCENDENZA
Nel corso della storia gli esseri umani hanno escogitato modi diversi per determinare La discendenza e quindi l'appartenenza sociale dei nuovi nati. sono Soprattutto due quella patrilineare e quella matrilineare.
La discendenza patrilineare è stabilita attraverso gli individui di sesso maschile, quella matrilineare è stabilita invece attraverso gli individui di sesso femminile. La nostra società per stabilire La discendenza un individuo prende il nome dalla famiglia del proprio padre però in nessuna delle nostre società esistono veri e propri gruppi di discendenza patrilineare, perché coloro che hanno lo stesso cognome non formano delle unità sociale compatte e solidale.


venerdì 5 giugno 2020

PEDAGOGIA: L'utopia pedagogica illuminista e Kant

1. IL DIBATTITO SULL'ISTRUZIONE POPOLARE 
Per disporre di una visione ad ampio raggio del dibattito circa i metodi e le finalità dell’educazione è necessario considerare il nuovo modo di concepire l’uomo e la sua educabilità. Le ricadute si manifestarono non solo a livello politico-sociale ma pure pedagogico- culturale, segnando anche in questo campo una decisa rottura con la tradizione religioso-caritativa dei secoli precedenti.
Se l’Illuminismo ebbe certamente un ruolo di primo piano nel promuovere la diffusione dell’istruzione popolare le posizioni dei singoli pensatori su opportunità e sul sulle finalità di fare a accedere i ceti popolari alle istruzioni furono piuttosto ambigue e talora incoerenti.
Istruzione, scuola lezione alunni con techer in una classe con ...E nota, infatti, la fiducia degli illuministi del nella regione, considerata come lo strumento cognitivo per eccellenza, in grado non solo di guidare l’uomo nella scoperta della realtà, ma anche di scegliere coscientemente ciò che buono e conveniente. Per questo, l’intelletto andava esercitato, allenato alla criticità, in modo che l’individuo potesse partecipare attivamente all'opinione pubblica, unico antidoto al potere assolutistico. Nella società dell’epoca, tuttavia, rimaneva vivo il pregiudizio, condiviso da alcuni philosophes, che l’istruzione alimentasse anche nei ceti più umili velleità di ascesa sociale, con il conseguente abbandono di quelle professioni manuali che sostenevano l’economia dell’antico regime. Per questo motivo il potere politico era invitato a procedere con cautela nella diffusione dell’istruzione popolare, per evitare traumatiche rotture degli assetti sociali.
Denis Diderot si sosteneva che “un contadino che sa leggere scrivere può essere oppresso più difficilmente di un altro” e per questo invitava i legislatori a “fare in modo che la professione sia abbastanza tranquilla e stimata da non essere abbandonata”. Simile era stato, in precedenza, il giudizio di Charles de Montesquieu che attribuiva all'autorità morale delle leggi e dei governi il compito di sovrintendere all'istruzione del popolo, chiama dato che l’unica forma di controllo e di limitazione nei confronti del potere era proprio un popolo istruito e informato.
L’istruzione popolare era considerata un valore da economisti quali Robert Turgot e Adam Smith che ritenevano la diffusione dell'istruzione elementare una valida garanzia per l’ordine sociale e soprattutto un un efficace mezzo per accrescere la qualità e la quantità della produzione nazionale.

2. L'EDUCAZIONE COME DIRITTO
Gaetano Filangieri era un intellettuale che spese buona parte della sua breve esistenza nella redazione di un’opera che influenzò profondamente la cultura e la politica non solo europee, ma anche dei neonati Stati Uniti: la scienza della legislazione. Chiudi primi quattro volumi della scienza della legislazione usciranno tra il 1780 e il 1783, mentre il quinto rimase incompiuto, a causa della morte dell’autore. Filangieri dedicò un intero volume, il quarto, alle leggi che riguardano l’educazione, i costumi e l’istruzione pubblica. 
Gaetano Filangieri - WikipediaPer cogliere il senso del progetto Filangieriano bisogna tenere conto del fatto che egli considerava l’istruzione soprattutto come una questione politica ed etica e perciò riteneva la conoscenza della pedagogia uno strumento indispensabile per contribuire alla “felicità” dell’individuo e della collettività.
L’educazione pubblica, rivolta a tutti i giovani tra i cinque e i 18 anni, avrebbe fornito loro sia la cultura di base sia la conoscenza di una professione manuale per i ceti meno abbienti e l’avviamento a un mestiere intellettuale, che i ragazzi più ricchi avrebbero potuto completare a accedendo all'università; la grande novità del piano di Filangieri consisteva nel fatto che questa prima forma di istruzione, che durava complessivamente 13 anni, era obbligatoria per tutti, con la sola differenza che nel caso delle classi più povere era totalmente a carico dello Stato e avveniva in scuole diurne, mentre quella dei ceti più ricchi, a pagamento, prevedeva la permanenza all'interno di collegi.
Una volta adempiuto l’obbligo scolastico, Filangieri pensava che la formazione del cittadino dovesse proseguire per mezzo dell’educazione dei costumi, in quanto egli era convinto che soltanto una trasformazione complessiva della moralità pubblica avrebbe promosso la nascita e lo sviluppo di una nuova idea di cittadinanza.
L’obiettivo era portare tutti alla conoscenza del funzionamento dello Stato e installare nell'opinione pubblica l’amore per la patria e il desiderio di lavorare per il bene e la gloria della nazione. 
La terza forma di educazione era l’istruzione pubblica e comprendeva anche le accademie la stampa e le belle arti. Essa era volta sia favorire la ricerca e le innovazioni in tutti i campi della scienza sia a diffonderne i risultati nell'intera collettività, rendendoli così davvero utili.

3. IMMANUEL KANT
Immanuel Kant – Liber LiberImmanuel Kant e venne fortemente influenzato dalle convinzioni religiose della famiglia, in particolare della madre, seguace del movimento pietista. Studio nell'università della sua città natale, facendo per qualche tempo il percettore prima di diventare professore universitario. Tra il 1781 e il 1790 pubblicò le sue opere più note: critica della ragion pura, critica della ragion pratica e critica del giudizio.
Le teorie educative di Kant poggiano sul suo complesso impianto filosofico delineato in maniera approfondita nelle tre critiche.
Nelle sue opere il fisso filosofo aveva sottolineato il valore dell’attività conoscitiva dell’individuo. Egli affermava, infatti, che il mondo non è una realtà preordinata che si impone al nostro intelletto, ma è ordinato dall'attività di originaria del soggetto, ovvero dal suo pensiero. Tale convenzione portato a canta a collocare nell'esperienza l’origine dell’attività cognitiva, aderendo, seppure indirettamente, alle conclusioni del sensismo.
L’obiettivo dell’educazione, secondo il filosofo tedesco, è l’acquisizione della capacità da parte della ragione di fare da guida al comportamento, traendo da essa e la legge e la forma da cui dipende il valore morale di ogni atto, indipendentemente dalle circostanze in cui viene compiuto.Tutto deve concorrere alla realizzazione della cultura dell’animo, che coincide con la componente fisica e fisiologica delle facoltà intellettuali e spirituali. In seguito si passa all'educazione delle facoltà cognitive propriamente dette, che Kant distingue va in inferiori (sensi, immaginazione e memoria) e superiori (intelletto, ragione e giudizio). Successivamente Kant distingue la cultura generale in fisica (che a che fare con l’attività intellettuale e determina lo sviluppo dell’intelletto per mezzo della riflessione, della ricerca della verità e dell’insegnamento) e morale (relativa alla sfera etico-morale proprio propriamente detta). A proposito dell’insegnamento egli sottolineava il valore dell’attività conoscitiva diretta da parte del soggetto, chiamato a divenire responsabile delle proprie scelte e azioni. Non a caso, infatti, suggeriva agli insegnamenti di adottare nelle loro lezioni il metodo socratico, basato sull'interazione continua tra docente e allievo, preferendolo al tradizionale metodo meccanico-catechetico, basato sulla successione di domande e risposte a opera del maestro, utile solo ad allenare la memoria e valido esclusivamente per le materie nozionistiche.
Kant si concentrò, dunque, in particolare su quella che definì la cultura generale e morale dell’individuo, ovvero sulla sua formazione morale, intesa come la capacità del soggetto di scegliere autonomamente tra il bene e il male.

giovedì 2 aprile 2020

PEDAGOGIA: La proposta pedagogica di Jean - Jacques Rousseau

Jean-Jacques Rousseau nasce a Ginevra nel 1712. Inizia a occuparsi di educazione nel 1762.
Rousseau: vita, filosofia e libri | Studenti.itUna sua famosa opera fu l'Emilio, un romanzo pedagogico nel quale viene rappresentata l'educazione di un immaginario fanciullo, per l'appunto Emilio, dalla nascita alla sua età adulta.
  1. Nel primo libro: (0-6 anni) Rousseau apre la sua riflessione con due considerazioni preliminari: afferma della bontà originaria dell'uomo, la seconda sottolinea l'importanza dell'educazione. Rousseau ritiene fondamentali le cure della madre.
  2. Il secondo libro (6-11 anni): Rappresenta la fanciullezza dell'Emilio che cresce all'aria aperta, che impara dalle esperienze dirette, in questa fase l'educazione altro non è che rispetto delle leggi di natura. L'apprendimento di Emilio è legato al mondo naturale.
  3. Il terzo libro (12-15 anni): Rousseau descrive l'età dell'utile, dove si passa dall'apprendimento sensoriale all'apprendimento intellettuale vero e proprio. Il precettore dovrà valorizzare la curiosità e l'interesse di Emilio, dovrà essere in grado di trovare in se stesso i mezzi per ampliare le conoscenze.
  4. Il quarto libro (15-18 anni): Non è più sufficiente l'approccio indiretto per ben orientare Emilio. Le varie educazioni hanno l'obbiettivo di annullare o di contenere gli effetti dell'amor proprio, e stimola invece l'amore di sé, che conduce alla pietà.
  5. Il quinto libro (19-25 anni): Viene presentata la moglie di Emilio, Sofia. L'immagine di Sofia rispecchia la visione dell'epoca di una donna, graziosa, religiosa, dedita al marito e ai figli, gioiosa, intelligente ma non saccente. La visione di Rousseau attribuisce superiorità all'uomo, nonostante affermi che i due si completino.

Rousseau ha concezione ottimistica dell'uomo, ed è stata la civiltà a renderlo corrotto.
Egli sostiene che:
  • Bisogna rispettare i tempi e la modalità di crescita fisica e psichica dell'infanzia e della giovinezza
  • Ogni individuo possiede capacità originali, di cui l'educatore deve favorire lo sviluppo
  • L'educazione non deve rimuovere gli ostacoli al naturale sviluppo del fanciullo.

L'Emilio fu un'opera altamente criticata tanto che fu messa al bando da parte del parlamento parigino, che costò il carcere all'autore, che fuggì.

PSICOLOGIA: La Famiglia

1. LA FAMIGLIA CHE CAMBIA: DIVERSE NORMALITÀ 


Come cambia la famiglia - Interris.itLa realtà con cui si riferisce il termine "famiglia" è talmente composita che bisogna parlare di famiglia al plurale: esistono infatti diverse forme di organizzazione e strutturazione dei gruppi famigliari.
Le ricerche più recenti hanno rimarcato ulteriormente la variabilità della famiglia, sottolineando come, all'interno di uno stesso contesto geografico e culturale, possono coesistere diverse forme di convivenza famigliare.
La variabilità e la disomogeneità non sono riferibili solo al contesto geografico e culturale: in una stessa società troviamo tipologie diverse di famiglia.


2. TIPI DI FAMIGLIA

  • Famiglia patriarcale: in passato era la famiglia più diffusa, essa era composta da più nuclei che convivevano sotto lo stesso tetto dando vita a una grande struttura allargata, con -persone appartenenti a varie fasce d'età. Organizzazione forma piramidale.
    Nuove forme di famiglia e nuovi tipi di genitori, il Convegno
  • Famiglia ricostruita o ricomposta: sono formate da due adulti, con figli nati dalle unioni precedenti o dalla nuova coppia. I genitori acquisiti non sostituiscono quelli biologici , ma spesso vi si aggiungono, cercando di dare una mano.
  • Famiglia mista e di migranti: sono composte da genitori di etnia o religione diverse e si stanno diffondendo molto nel nostro paese. Sono la dimostrazione di come si possano vivere e integrare le diversità in modi positivi e non conflittuali.

Sono presenti infine nella società anche famiglie alternative, come la convivenza di coppie omosessuali o alcuni tipi di  convivenze comunitarie in cui i legami e il sostegno reciproco equiparabili alle famiglie tradizionali.
Alcuni studiosi fanno coincidere la famiglia naturale con quella tradizionale mononucleare, quindi considerando altre tipologie come potenzialmente patogene.
Altri ritengono che allargando il concetto di famiglia a forme troppo alternative si rischi di generalizzare troppo il concetto, senza definire con precisione l'oggetto di studio: tutto allora potrebbe essere considerato "famiglia", creando una certa confusione concettuale.
Altri studiosi ancora tendono a interpretare la famiglia attribuendole un preciso significato: il termine si riferirebbe a un determinato modello, quello della famiglia nucleare della società capitalistica, che viene criticato perché basato sull'ineguaglianza dei due sessi.

3. IL CICLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è il contesto più immediato all'interno del quale si modellano l'identità e lo sviluppo del bambino. Il processo di crescita dei bambini si compie attraverso il susseguirsi di varie tappe evolutive che, per la loro natura, espongono spesso la famiglia e i suoi componenti a momenti critici.
Tanto i momenti normativi quanto quelli para normativi richiedono un particolare sforzo da parte della famiglia per mettere in atto nuovi modelli di funzionamento.
Si può parlare di un evoluzione del gruppo famigliare, per far fronte alle situazioni di disequilibrio.
Coronavirus: al via la Carta famiglia estesaSecondo un modello classico, le tappe principali del ciclo evolutivo famigliare sono le seguenti: la costruzione da parte di due persone di un identità di coppia, con la decisione di convivere.
Il quadro tradizionale non rappresenta più in modo adeguato la situazione attuale: oggi le donne partoriscono il primo figlio in età sempre più avanzata e sempre più frequentemente capita che debbano accudire i genitori anziani mentre crescono i figli.
Le differenti caratteristiche sociali ed economiche incidono sulla struttura della famiglia.

mercoledì 1 aprile 2020

SOCIOLOGIA: Il disordine

DOMANDE DEL CAPITOLO

Domande del Paragrafo
IL MUTAMENTO SOCIALE


1. Che cos'è il mutamento sociale?
Il mutamento sociale è l'alterazione nel corso del tempo dei modelli di ordine sociale, che possono essere causati da fenomeni ambientali o fenomeni interni alla società.
2. In quali casi è originato da fattori interni alla società?
Nessuna società è assolutamente statica, i fattori di cambiamento interno sono le variazioni demografiche, quindi la crescita o la diminuzione della popolazione. I mutamenti culturali, l'avvento o il progredire tecnologico.
3. Che cosa si intende con l’espressione “comportamento collettivo”?
Il comportamento collettivo è un insieme di individui agisce e ha degli effetti sulla società senza fare affidamento su un sistema codificato di ruoli e posizioni.

Domande del Paragrafo
IL CONFLITTO

1. Quali sono le cause del conflitto sociale?
Il conflitto sociale nasce dall'incompatibilità degli obbiettivi perseguiti dai vari soggetti sociali.
2. Perché il conflitto fra gruppi influenza in modo particolare la società?
Il conflitto fra gruppi influenza la società perché può creare instabilità  perturbazione all'interno di una società
3. Quali aspetti può assumere il conflitto sociale?
Il conflitto sociale può creare coesione all'interno dei gruppi e avere effetti utili e benefici.

Domande del Paragrafo
LA DEVIANZA

1. Perché le norme di comportamento possono facilitare il conflitto sociale?
Perché il comportamento di alcuni viola le norme, che quindi possono andare a creare un conflitto sociale.
2. Che cosa si intende in sociologia per "devianza"?
Per devianza in sociologia si intendono tutti quei comportamenti che non seguono i modelli proposti dalla società.
3. In che modo la società cerca di scoraggiare i comportamenti devianti?
La società cerca di scoraggiare i comportamenti devianti attraverso sanzioni o in alcuni casi la reclusione.
4. Per la sociologia i comportamenti devianti sono sbagliati? Perché?
In sociologia i comportamenti devianti non sono sbagliati, ma sono solo diversi da ciò che la società considera normali.


Domande del Paragrafo
LA CRIMINALITÀ 

1. La diversità culturale viene sempre percepita come devianza?
No, la diversità culturale non viene mai percepita come devianza, ma appartenente a una subcultura
2. Per la sociologia, quale tipo di comportamento viene definito criminale?
Per la società un comportamento criminale viene definito da una collettività, la criminalità è una devianza dalle leggi.
3. Perché spesso è difficile stabilire una netta differenza fra comportamenti innovativi e devianti?
Perché a volte dei comportamenti devianti si ha un progresso sociale e culturale.