La necessità di combattere l'ignoranza della gioventù povera fu al centro delle iniziative di Castellino da Castello: egli ebbe l'idea di attirare i giovani poveri offrendo loro mele e promettendone altre se fossero tornati in Chiesa ad imparare le preghiere. A questo primo momento, seguì l'inizio di un processo di educazione, fondato nel 1546, con la Compagnia dei servi de' puttini. In questo contesto era essenziale l'insegnamento basato sui cononi della dottrina cristiana: qui la formazione catechesi era associata all'apprendimento della lettura e scrittura.
I docenti erano il priore, che dirigeva la scuola e insegnava la dottrina cristiana, insieme a tre sottopriori, due dei quali insegnavano a leggere, scrivere e a controllare che si mantenesse il silenzio e le buone maniere.
2. GIUSEPPE CALASANZIO
Giuseppe Calasanzio, un prete dell'ordine degli scolopi, fu il fondatore delle scuole Pie, ovvero quello che sembrerebbe essere il rimodello delle scuole primarie attuali. Il percorso era figurato in due livelli da quattro anni ciascuno e in ogni classe, che poteva contenere fino a 70 alunni, c'era un unico maestro che insegnava. Da questo momento in poi, il modello delle scuole pie, divenne di ispirazione per tutte le scuole successive. Il regolamento del 1610, esplicita che per i più piccoli, si doveva attaccare al muro una carta con un alfabeto di lettere molto grandi, ma anche di sillabe e semplici parole. Il passaggio da una classe ad un'altra era possibile solo tramite un esame e solo i migliori potevano accedervi. Si imparava a leggere e a scrivere in lingua volgare: solo le famiglie più benestanti potevano avere le lezioni in latino. I testi su cui i bambini imparavano a leggere erano di carattere religioso. Le preghiere erano in latino e si imparava anche il loro significato.
3. SILVIO ANTONIANO
Silvio Antonano pubblicò un'opera. Essa contiene moltissime consigli su come educare i figli a essere buoni cristiani. Secondo Antoniano era necessaria un'azione precoce di assefuazione alla disciplina per contrastare la tendenza al male. Questa educazione molto severa era necessaria per il bene della prole e per allontanare i figli dal male. Egli era favorevole a impiantare le buone abitudini in età assai precoce ed era convinto che bisognasse crescere i gli avvezzandoli a pratiche di vita da adulti, in quanto considerati piccoli adulti.
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