martedì 9 giugno 2020

PSICOLOGIA: L'influenza sociale, la banalità del male e il comportamento malvagio

LE SPIEGAZIONI PSICOLOGICHE DELLA SHOAH E DEL TOTALITARISMO

SHOA: ALL'AQUILA PROIEZIONI E DIBATTITI PER LA GIORNATA DELLA ...La psicologia ha cercato di capire i meccanismi psicologici sottesi a quei comportamenti.
La prospettiva, di tipo "situazionale", espressa da Zygmunt Bauman ed elaborata, come le altre teorie fin qui analizzate, a partire dagli anni Cinquanta.
Vennero effettuati degli studi studi affrontano il tema da da una diversa prospettiva e sottolineano come la tendenza al consenso e l'obbedienza all'autorità derivino dalla costruzione sociale di una personalità tendente alla sottomissione alle persone forti e alla brutalità nei confronti dei deboli.
La Shoah non è interpretata come la conseguenza di comportamenti psicopatologici da parte di un gruppo di individui, ma si preferisce evidenziare altri fattori, come la struttura e l' organizzazione della società, i meccanismi di interazione e di influenza sociale funzionali al raggiungimento di finalità economiche e politiche. Un elemento analizzato è, per esempio, l'esclusione morale: attraverso la propaganda, gli ebrei (e con loro anche altre categorie etniche e sociali, come gli zingari, gli omosessuali, i comunisti) furono denigrati e considerati come responsabili dei mali della Germania, meritevoli dunque di essere esclusi dalla società tedesca.
Matera non dimentica il Giorno della MemoriaEssi furono emarginati dal mondo sociale attraverso l'esclusione dalla scuola, dal lavoro, dai vari settori della vita collettiva; successivamente furono imprigionati e rinchiusi nei campi di concentramento dove finirono per non essere più soggetti psicosociali: prima di essere uccisi venivano infatti annientati dal punto di vista umano, attraverso forme estreme di degradazione e d'umanizzazione.
I burocrati implicati nel processo di distruzione si difesero spiegando che avevano semplicemente obbedito agli ordini: si era attivato un meccanismo di d'individuazione e conseguente de responsabilizzazione individuale; l'obiettivo era quello di svolgere bene il proprio compito, obbedendo all'autorità alla quale si attribuita la responsabilità di ciò che stava accadendo.
Secondo Fromm, alla base del consenso al totalitarismo sta una forma anziché psicologica che egli chiama carattere autoritario, caratterizzata da componenti sadomasochistiche. Le tendenze masochistiche si manifestano attraverso sentimenti di inferiorità e di impotenza e attraverso comportamenti atti a sottomettersi ad altri. Le tendenze sadiche si esprimono, secondo Fromm, in tre tipi di atteggiamenti:  rendere gli altri dipendenti da noi (e avere potere su di loro); dominare gli altri per sfruttarli e usarli e  desiderare di far soffrire o di veder soffrire. Le tendenze sadiche sono spesso nascoste dietro una facciata di razionalità: "ti domino perché so ciò che è meglio per te; ... ho fatto tanto per te e ora ho il diritto di avere da te quello che voglio".
Gli studi di Reich hanno individuato specifiche caratteristiche di personalità funzionale agli obiettivi sociali del loro tempo e ne hanno messo in luce l'origine nel condizionamento sociale attraverso i processi di educazione-socializzazione. L'attenzione e l'evidenziazione dei fattori di influenza sociale,  non sono ancora presenti in queste teorie, ma si svilupperanno, dopo gli anni Cinquanta.

ANTROPOLOGIA: Relazioni e termini di parentela

4. LE TERMINOLOGIE DI PARENTELA

Il modo di chiamare un parente riflette una forma di relazione sociale e affettiva o è svincolato da quest'ultima?
Lewis Morgan lo tocchi gli irochesi chiamavano padre il fratello del proprio padre e madre la sorella della propria madre. e a loro volta il fratello del padre e la sorella della madre chiamavano l'individuo figlio.
Morgan quindi dedusse che le terminologie di parentela sono dei sistemi, ciò significa che ogni termine con cui un individuo chiama un proprio parente ne corrisponde sempre un altro usato da quest'ultimo per chiamare il primo.
Morgan notò anche e dimostrò che sistemi diversi convivono in arie molto vicine i sistemi molto simili possono convivere in posizioni lontanissime.

2. AFFINITÀ E MATRIMONIO

Il matrimonio si divide in monogamico tra due individui poliginico tra uomo e più donne e poliandrico tra una donne più uomini il tipo più diffuso è quello monogamico.
Guida pratica al matrimonio tra straniero e italianoall'interno del matrimonio Vengono distinti individui illeciti e vietati,  quelli vietati sono quelli incestuosi.
Da un punto di vista socio antropologico il matrimonio allo scopo di controllare e gestire la capacità riproduttiva degli individui di sesso femminile.
In molte culture come quello dei nuer del Sudan esiste il matrimonio con lo spirito,  che con parente del marito defunto,  i figli nati da questo Unione sono considerati figli del defunto.
Per i nigo della Nigeria raramente praticano il matrimonio tra donne, che corrisponde a un'esigenza delle donne. Come nell'esempio delle donne sterili che vengono considerate uomini,  quindi in grado di contrarre matrimonio.  la gonna a sua discrezione Scegli un uomo con cui avere dei figli, i quali vengono considerati discendenti della donna marito.

ANTROPOLOGIA: Relazioni e termini di parentela

1. CONSANGUINEITÀ E AFFINITÀ
Accade che le affinità d'anima…La parentela consiste in un insieme di relazioni tra individui e gruppi, relazioni che hanno una base biologica quanto culturale. l'importanza di queste relazioni nella vita delle società umane è fondamentale. la parentela un insieme di relazioni che legano gli individui tra loro. la parentela di consanguineità e di affinità sono regolamentati da norme e codici non importa se scritti o tramandati per via orale.
Tutte le culture hanno un'idea dei legami che intercorrono tra un genitore e i suoi figli o tra figli di una coppia,  ma queste idee variano,  perché impiegano differenti concezioni riguardanti il concepimento, la formazione e la crescita, e persino all'autorità che genitori esercitano sui loro figli.
La parentela e quindi in ogni società, un complesso di idee e relativi ai rapporti tra gli esseri umani, idee che corrispondono a concezioni del concepimento, della formazione e della identità sociale degli individui.
Un altro aspetto importante della parentela è la connessione col mondo religioso. i bambini che nascono spesso sono sottoposti a dei riti religiosi che ne dichiarano l'appartenenza a una comunità di Fedeli.  quindi la parentela e anche un complesso di relazioni che coinvolge altri aspetti della vita sociale.

2. I DIAGRAMMI DI PARENTELA
It's a man's man's man's world. Forse noPer descrivere i legami di parentela  vengono  tracciati dei diagrammi. alla base del diagramma ego  è l'individuo dal punto di vista del quale il diagramma deve essere letto.  i parenti consanguinei sono in colore nero.  mentre quelli bianchi sono i  parenti acquisiti Di ego.
In alcune culture la sorella della madre viene chiamata madre, gli antropologi hanno studiato un sistema per indicare i parenti dell'individuo in modo neutro,  rispettando ogni cultura.  vengono utilizzate delle lettere,  che formano delle sigle preso dal sistema inglese.

3. LA DISCENDENZA
Nel corso della storia gli esseri umani hanno escogitato modi diversi per determinare La discendenza e quindi l'appartenenza sociale dei nuovi nati. sono Soprattutto due quella patrilineare e quella matrilineare.
La discendenza patrilineare è stabilita attraverso gli individui di sesso maschile, quella matrilineare è stabilita invece attraverso gli individui di sesso femminile. La nostra società per stabilire La discendenza un individuo prende il nome dalla famiglia del proprio padre però in nessuna delle nostre società esistono veri e propri gruppi di discendenza patrilineare, perché coloro che hanno lo stesso cognome non formano delle unità sociale compatte e solidale.


venerdì 5 giugno 2020

PEDAGOGIA: L'utopia pedagogica illuminista e Kant

1. IL DIBATTITO SULL'ISTRUZIONE POPOLARE 
Per disporre di una visione ad ampio raggio del dibattito circa i metodi e le finalità dell’educazione è necessario considerare il nuovo modo di concepire l’uomo e la sua educabilità. Le ricadute si manifestarono non solo a livello politico-sociale ma pure pedagogico- culturale, segnando anche in questo campo una decisa rottura con la tradizione religioso-caritativa dei secoli precedenti.
Se l’Illuminismo ebbe certamente un ruolo di primo piano nel promuovere la diffusione dell’istruzione popolare le posizioni dei singoli pensatori su opportunità e sul sulle finalità di fare a accedere i ceti popolari alle istruzioni furono piuttosto ambigue e talora incoerenti.
Istruzione, scuola lezione alunni con techer in una classe con ...E nota, infatti, la fiducia degli illuministi del nella regione, considerata come lo strumento cognitivo per eccellenza, in grado non solo di guidare l’uomo nella scoperta della realtà, ma anche di scegliere coscientemente ciò che buono e conveniente. Per questo, l’intelletto andava esercitato, allenato alla criticità, in modo che l’individuo potesse partecipare attivamente all'opinione pubblica, unico antidoto al potere assolutistico. Nella società dell’epoca, tuttavia, rimaneva vivo il pregiudizio, condiviso da alcuni philosophes, che l’istruzione alimentasse anche nei ceti più umili velleità di ascesa sociale, con il conseguente abbandono di quelle professioni manuali che sostenevano l’economia dell’antico regime. Per questo motivo il potere politico era invitato a procedere con cautela nella diffusione dell’istruzione popolare, per evitare traumatiche rotture degli assetti sociali.
Denis Diderot si sosteneva che “un contadino che sa leggere scrivere può essere oppresso più difficilmente di un altro” e per questo invitava i legislatori a “fare in modo che la professione sia abbastanza tranquilla e stimata da non essere abbandonata”. Simile era stato, in precedenza, il giudizio di Charles de Montesquieu che attribuiva all'autorità morale delle leggi e dei governi il compito di sovrintendere all'istruzione del popolo, chiama dato che l’unica forma di controllo e di limitazione nei confronti del potere era proprio un popolo istruito e informato.
L’istruzione popolare era considerata un valore da economisti quali Robert Turgot e Adam Smith che ritenevano la diffusione dell'istruzione elementare una valida garanzia per l’ordine sociale e soprattutto un un efficace mezzo per accrescere la qualità e la quantità della produzione nazionale.

2. L'EDUCAZIONE COME DIRITTO
Gaetano Filangieri era un intellettuale che spese buona parte della sua breve esistenza nella redazione di un’opera che influenzò profondamente la cultura e la politica non solo europee, ma anche dei neonati Stati Uniti: la scienza della legislazione. Chiudi primi quattro volumi della scienza della legislazione usciranno tra il 1780 e il 1783, mentre il quinto rimase incompiuto, a causa della morte dell’autore. Filangieri dedicò un intero volume, il quarto, alle leggi che riguardano l’educazione, i costumi e l’istruzione pubblica. 
Gaetano Filangieri - WikipediaPer cogliere il senso del progetto Filangieriano bisogna tenere conto del fatto che egli considerava l’istruzione soprattutto come una questione politica ed etica e perciò riteneva la conoscenza della pedagogia uno strumento indispensabile per contribuire alla “felicità” dell’individuo e della collettività.
L’educazione pubblica, rivolta a tutti i giovani tra i cinque e i 18 anni, avrebbe fornito loro sia la cultura di base sia la conoscenza di una professione manuale per i ceti meno abbienti e l’avviamento a un mestiere intellettuale, che i ragazzi più ricchi avrebbero potuto completare a accedendo all'università; la grande novità del piano di Filangieri consisteva nel fatto che questa prima forma di istruzione, che durava complessivamente 13 anni, era obbligatoria per tutti, con la sola differenza che nel caso delle classi più povere era totalmente a carico dello Stato e avveniva in scuole diurne, mentre quella dei ceti più ricchi, a pagamento, prevedeva la permanenza all'interno di collegi.
Una volta adempiuto l’obbligo scolastico, Filangieri pensava che la formazione del cittadino dovesse proseguire per mezzo dell’educazione dei costumi, in quanto egli era convinto che soltanto una trasformazione complessiva della moralità pubblica avrebbe promosso la nascita e lo sviluppo di una nuova idea di cittadinanza.
L’obiettivo era portare tutti alla conoscenza del funzionamento dello Stato e installare nell'opinione pubblica l’amore per la patria e il desiderio di lavorare per il bene e la gloria della nazione. 
La terza forma di educazione era l’istruzione pubblica e comprendeva anche le accademie la stampa e le belle arti. Essa era volta sia favorire la ricerca e le innovazioni in tutti i campi della scienza sia a diffonderne i risultati nell'intera collettività, rendendoli così davvero utili.

3. IMMANUEL KANT
Immanuel Kant – Liber LiberImmanuel Kant e venne fortemente influenzato dalle convinzioni religiose della famiglia, in particolare della madre, seguace del movimento pietista. Studio nell'università della sua città natale, facendo per qualche tempo il percettore prima di diventare professore universitario. Tra il 1781 e il 1790 pubblicò le sue opere più note: critica della ragion pura, critica della ragion pratica e critica del giudizio.
Le teorie educative di Kant poggiano sul suo complesso impianto filosofico delineato in maniera approfondita nelle tre critiche.
Nelle sue opere il fisso filosofo aveva sottolineato il valore dell’attività conoscitiva dell’individuo. Egli affermava, infatti, che il mondo non è una realtà preordinata che si impone al nostro intelletto, ma è ordinato dall'attività di originaria del soggetto, ovvero dal suo pensiero. Tale convenzione portato a canta a collocare nell'esperienza l’origine dell’attività cognitiva, aderendo, seppure indirettamente, alle conclusioni del sensismo.
L’obiettivo dell’educazione, secondo il filosofo tedesco, è l’acquisizione della capacità da parte della ragione di fare da guida al comportamento, traendo da essa e la legge e la forma da cui dipende il valore morale di ogni atto, indipendentemente dalle circostanze in cui viene compiuto.Tutto deve concorrere alla realizzazione della cultura dell’animo, che coincide con la componente fisica e fisiologica delle facoltà intellettuali e spirituali. In seguito si passa all'educazione delle facoltà cognitive propriamente dette, che Kant distingue va in inferiori (sensi, immaginazione e memoria) e superiori (intelletto, ragione e giudizio). Successivamente Kant distingue la cultura generale in fisica (che a che fare con l’attività intellettuale e determina lo sviluppo dell’intelletto per mezzo della riflessione, della ricerca della verità e dell’insegnamento) e morale (relativa alla sfera etico-morale proprio propriamente detta). A proposito dell’insegnamento egli sottolineava il valore dell’attività conoscitiva diretta da parte del soggetto, chiamato a divenire responsabile delle proprie scelte e azioni. Non a caso, infatti, suggeriva agli insegnamenti di adottare nelle loro lezioni il metodo socratico, basato sull'interazione continua tra docente e allievo, preferendolo al tradizionale metodo meccanico-catechetico, basato sulla successione di domande e risposte a opera del maestro, utile solo ad allenare la memoria e valido esclusivamente per le materie nozionistiche.
Kant si concentrò, dunque, in particolare su quella che definì la cultura generale e morale dell’individuo, ovvero sulla sua formazione morale, intesa come la capacità del soggetto di scegliere autonomamente tra il bene e il male.

giovedì 2 aprile 2020

PEDAGOGIA: La proposta pedagogica di Jean - Jacques Rousseau

Jean-Jacques Rousseau nasce a Ginevra nel 1712. Inizia a occuparsi di educazione nel 1762.
Rousseau: vita, filosofia e libri | Studenti.itUna sua famosa opera fu l'Emilio, un romanzo pedagogico nel quale viene rappresentata l'educazione di un immaginario fanciullo, per l'appunto Emilio, dalla nascita alla sua età adulta.
  1. Nel primo libro: (0-6 anni) Rousseau apre la sua riflessione con due considerazioni preliminari: afferma della bontà originaria dell'uomo, la seconda sottolinea l'importanza dell'educazione. Rousseau ritiene fondamentali le cure della madre.
  2. Il secondo libro (6-11 anni): Rappresenta la fanciullezza dell'Emilio che cresce all'aria aperta, che impara dalle esperienze dirette, in questa fase l'educazione altro non è che rispetto delle leggi di natura. L'apprendimento di Emilio è legato al mondo naturale.
  3. Il terzo libro (12-15 anni): Rousseau descrive l'età dell'utile, dove si passa dall'apprendimento sensoriale all'apprendimento intellettuale vero e proprio. Il precettore dovrà valorizzare la curiosità e l'interesse di Emilio, dovrà essere in grado di trovare in se stesso i mezzi per ampliare le conoscenze.
  4. Il quarto libro (15-18 anni): Non è più sufficiente l'approccio indiretto per ben orientare Emilio. Le varie educazioni hanno l'obbiettivo di annullare o di contenere gli effetti dell'amor proprio, e stimola invece l'amore di sé, che conduce alla pietà.
  5. Il quinto libro (19-25 anni): Viene presentata la moglie di Emilio, Sofia. L'immagine di Sofia rispecchia la visione dell'epoca di una donna, graziosa, religiosa, dedita al marito e ai figli, gioiosa, intelligente ma non saccente. La visione di Rousseau attribuisce superiorità all'uomo, nonostante affermi che i due si completino.

Rousseau ha concezione ottimistica dell'uomo, ed è stata la civiltà a renderlo corrotto.
Egli sostiene che:
  • Bisogna rispettare i tempi e la modalità di crescita fisica e psichica dell'infanzia e della giovinezza
  • Ogni individuo possiede capacità originali, di cui l'educatore deve favorire lo sviluppo
  • L'educazione non deve rimuovere gli ostacoli al naturale sviluppo del fanciullo.

L'Emilio fu un'opera altamente criticata tanto che fu messa al bando da parte del parlamento parigino, che costò il carcere all'autore, che fuggì.

PSICOLOGIA: La Famiglia

1. LA FAMIGLIA CHE CAMBIA: DIVERSE NORMALITÀ 


Come cambia la famiglia - Interris.itLa realtà con cui si riferisce il termine "famiglia" è talmente composita che bisogna parlare di famiglia al plurale: esistono infatti diverse forme di organizzazione e strutturazione dei gruppi famigliari.
Le ricerche più recenti hanno rimarcato ulteriormente la variabilità della famiglia, sottolineando come, all'interno di uno stesso contesto geografico e culturale, possono coesistere diverse forme di convivenza famigliare.
La variabilità e la disomogeneità non sono riferibili solo al contesto geografico e culturale: in una stessa società troviamo tipologie diverse di famiglia.


2. TIPI DI FAMIGLIA

  • Famiglia patriarcale: in passato era la famiglia più diffusa, essa era composta da più nuclei che convivevano sotto lo stesso tetto dando vita a una grande struttura allargata, con -persone appartenenti a varie fasce d'età. Organizzazione forma piramidale.
    Nuove forme di famiglia e nuovi tipi di genitori, il Convegno
  • Famiglia ricostruita o ricomposta: sono formate da due adulti, con figli nati dalle unioni precedenti o dalla nuova coppia. I genitori acquisiti non sostituiscono quelli biologici , ma spesso vi si aggiungono, cercando di dare una mano.
  • Famiglia mista e di migranti: sono composte da genitori di etnia o religione diverse e si stanno diffondendo molto nel nostro paese. Sono la dimostrazione di come si possano vivere e integrare le diversità in modi positivi e non conflittuali.

Sono presenti infine nella società anche famiglie alternative, come la convivenza di coppie omosessuali o alcuni tipi di  convivenze comunitarie in cui i legami e il sostegno reciproco equiparabili alle famiglie tradizionali.
Alcuni studiosi fanno coincidere la famiglia naturale con quella tradizionale mononucleare, quindi considerando altre tipologie come potenzialmente patogene.
Altri ritengono che allargando il concetto di famiglia a forme troppo alternative si rischi di generalizzare troppo il concetto, senza definire con precisione l'oggetto di studio: tutto allora potrebbe essere considerato "famiglia", creando una certa confusione concettuale.
Altri studiosi ancora tendono a interpretare la famiglia attribuendole un preciso significato: il termine si riferirebbe a un determinato modello, quello della famiglia nucleare della società capitalistica, che viene criticato perché basato sull'ineguaglianza dei due sessi.

3. IL CICLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è il contesto più immediato all'interno del quale si modellano l'identità e lo sviluppo del bambino. Il processo di crescita dei bambini si compie attraverso il susseguirsi di varie tappe evolutive che, per la loro natura, espongono spesso la famiglia e i suoi componenti a momenti critici.
Tanto i momenti normativi quanto quelli para normativi richiedono un particolare sforzo da parte della famiglia per mettere in atto nuovi modelli di funzionamento.
Si può parlare di un evoluzione del gruppo famigliare, per far fronte alle situazioni di disequilibrio.
Coronavirus: al via la Carta famiglia estesaSecondo un modello classico, le tappe principali del ciclo evolutivo famigliare sono le seguenti: la costruzione da parte di due persone di un identità di coppia, con la decisione di convivere.
Il quadro tradizionale non rappresenta più in modo adeguato la situazione attuale: oggi le donne partoriscono il primo figlio in età sempre più avanzata e sempre più frequentemente capita che debbano accudire i genitori anziani mentre crescono i figli.
Le differenti caratteristiche sociali ed economiche incidono sulla struttura della famiglia.

mercoledì 1 aprile 2020

SOCIOLOGIA: Il disordine

DOMANDE DEL CAPITOLO

Domande del Paragrafo
IL MUTAMENTO SOCIALE


1. Che cos'è il mutamento sociale?
Il mutamento sociale è l'alterazione nel corso del tempo dei modelli di ordine sociale, che possono essere causati da fenomeni ambientali o fenomeni interni alla società.
2. In quali casi è originato da fattori interni alla società?
Nessuna società è assolutamente statica, i fattori di cambiamento interno sono le variazioni demografiche, quindi la crescita o la diminuzione della popolazione. I mutamenti culturali, l'avvento o il progredire tecnologico.
3. Che cosa si intende con l’espressione “comportamento collettivo”?
Il comportamento collettivo è un insieme di individui agisce e ha degli effetti sulla società senza fare affidamento su un sistema codificato di ruoli e posizioni.

Domande del Paragrafo
IL CONFLITTO

1. Quali sono le cause del conflitto sociale?
Il conflitto sociale nasce dall'incompatibilità degli obbiettivi perseguiti dai vari soggetti sociali.
2. Perché il conflitto fra gruppi influenza in modo particolare la società?
Il conflitto fra gruppi influenza la società perché può creare instabilità  perturbazione all'interno di una società
3. Quali aspetti può assumere il conflitto sociale?
Il conflitto sociale può creare coesione all'interno dei gruppi e avere effetti utili e benefici.

Domande del Paragrafo
LA DEVIANZA

1. Perché le norme di comportamento possono facilitare il conflitto sociale?
Perché il comportamento di alcuni viola le norme, che quindi possono andare a creare un conflitto sociale.
2. Che cosa si intende in sociologia per "devianza"?
Per devianza in sociologia si intendono tutti quei comportamenti che non seguono i modelli proposti dalla società.
3. In che modo la società cerca di scoraggiare i comportamenti devianti?
La società cerca di scoraggiare i comportamenti devianti attraverso sanzioni o in alcuni casi la reclusione.
4. Per la sociologia i comportamenti devianti sono sbagliati? Perché?
In sociologia i comportamenti devianti non sono sbagliati, ma sono solo diversi da ciò che la società considera normali.


Domande del Paragrafo
LA CRIMINALITÀ 

1. La diversità culturale viene sempre percepita come devianza?
No, la diversità culturale non viene mai percepita come devianza, ma appartenente a una subcultura
2. Per la sociologia, quale tipo di comportamento viene definito criminale?
Per la società un comportamento criminale viene definito da una collettività, la criminalità è una devianza dalle leggi.
3. Perché spesso è difficile stabilire una netta differenza fra comportamenti innovativi e devianti?
Perché a volte dei comportamenti devianti si ha un progresso sociale e culturale.

lunedì 30 marzo 2020

SOCIOLOGIA: Il disordine

Laboratorio delle competenze
Città e conflitto

La Zona, cast e trama film - Super Guida TV

La Zona
Abbiamo visto che i sociologi studiando le dinamiche della stratificazione, del conflitto e della criminalità. Per tentare di farlo a nostra volta, partiamo da un esempio che ha il vantaggio di includere tutti questi fenomeni e nello stesso tempo "comprende" anche noi: la città o il paese in cui abitiamo. Film LA Zona (2007) di Rodrigo Plà mostrano come la disposizione fisica di una città rifletta i rapporti di potere e i conflitti che la attraversano. Ciò è evidente, in particolare, nelle megalopoli dei Paesi interessati da un rapido sviluppo economico, come quelli latino-americani.
L'azione si svolge prevalentemente nella "Zona", un quartiere di Città del Messico riservato ai ricchi. Quest'isola di tranquillità e bellezza sorge a pochi metri da un'immensa baraccopoli, dove gli abitanti muoiono di fame: a separare i due mondi sono solo un alto muro e un agguerrito sistema di sorveglianza. Una notte però degli intrusi, grazie a un incidente, riescono a introdursi nel quartiere e a tentare una rapina. Tra di loro, l'unico sopravvissuto è il giovane Miguel, che ha trovato rifugio in una cantina. Un suo "ricco" coetaneo, Alejandro, lo trova e decide di proteggerlo e nasconderlo. Dopo poco Miguel viene scoperto e i due ragazzi dovranno sfidare la ferree leggi sociali della Zona, che non tollerano eccezioni.


SOCIOLOGIA: Il disordine

3. LA DEVIANZA


La differenza tra conformismo e devianza - Andrea Minini
L’ordine sociale è un sistema complesso di codici, e ciascun codice è a sua volta un sistema di norme di comportamento. La devianza non è tanto legata al conflitto e quanto comportamenti conformi e comportamenti non conformi. Non tutti vengono di fatto è un comportamento conforme alla norma il comportamento di alcuni dei due strade differenti, il loro comportamento deviante, conseguentemente, dalla norma.
Sono dette sanzioni tutte le forme di punizione che la società utilizza per disincentivare i comportamenti che violano le norme condivise.
Un comportamento è deviante rispetto al modello condiviso della società.

4. LA CRIMINALITÀ 

La percentuale di giocatori vincenti di Enigma Escape Room è ...La criminalità e la forma socialmente più rilevante di devianza, essere qui incide con quel tipo di devianza che concerne le norme che la società ha codificato in leggi. Non esistono atti criminali in se stessi, prima che una collettività gli abbia definiti come tali.
Gran parte dei comportamenti caratteristici delle Sub culture sono infatti diversi da quelli della cultura dominante, ma accettati dalla società come specificità di un certo gruppo sociale o come eccezioni che possono essere ammesse nella misura in cui non ne valicano i confini.

5. LA CARRIERA DEVIANTE

Deviante Foto Stock - Download 658 Royalty Free PhotosDal punto di vista sociologico, più rilevante del Singolo crimine È il modo in cui certe persone ci avviamo verso la vita fondamentalmente e globalmente deviante rispetto alla società, ossia il modo in cui si formano le cosiddette per dire devianti. Per l’avvio di una carriera deviante e necessario che si presentano delle condizioni.

Quando la trasgressione appare particolarmente grave si innesca un meccanismo in cui esito finale non sarà più la limitazione dei comportamenti devianti dell’individuo, ma la costruzione di una vita interamente contraddistinta dalla tendenza a trasgredire le norme della cultura dominante. Ciò avviene quando la società applica a colui che ha violato la norma lo stigma di deviante. Questo viene identificato come un trasgressore di norme e come tale indicato alla pubblica disapprovazione. Chi subisce la stigmatizzazione diviene all'occhio del mondo non più qualcuno ma uno che da un momento all'altro potrebbe tornare a deviare.

Il carcere è il luogo in cui i piccoli delinquenti che hanno commesso i primi reati vengono a stretto contatto con il mondo della grande criminalità e ne apprendono le regole e i trucchi. Chi è stato in carcere alla fine della detenzione subisce uno stick ma sociale così forte da proporre grandi difficoltà nell'inserimento nella vita regolare. Il legame che c’è tra la cultura e la sua cultura in cui essa matura ossia tra criminale l’ambiente in cui si cresce hanno una correlazione.
È facile notare che i comportamenti devianti maturano molto più frequentemente in gruppi e strati sociali in cui violazione delle norme della cultura dominante non è sanziona, chi vive e mezza il crimine non percepisce più il crimine come tale.

SOCIOLOGIA: Il disordine

1. IL MUTAMENTO SOCIALE

In ogni società si verificano periodicamente mutamenti di vario tipo: trasformazione del costume, rivoluzione di classe, cambiamenti delle sette statali, veramente diversificazioni e nascita di nuove.
Il mutamento sociale è una delle caratteristiche distintive della nostra società. Può essere definita in generale come l’alterazione nel corso del tempo dei modelli di ordine sociale.
Nessuna società è assolutamente. In fattore di cambiamento del tutto naturale, è stato per esempio dalle variazioni demografiche. Un altro importante fattore di cambiamento è dato dai mutamenti culturali, I cambiamenti nelle conoscenze, delle idee di una certa cultura possono modificare la società in cui trovano espressione.
E poi ci sono i mutamenti tecnologici la tecnologia nella nostra società è un tipico prodotto culturale ad esempio la diffusione dell’automobile è facile immaginare quanto sarebbero diverse le relazioni sociali e l’automobile non fosse mai stata inventata, lo stesso esempio si può fare con i cellulari.
A proposito di nuovi modelli organizzativi per lo studio ...Un altro  fattore di cambiamento è il comportamento collettivo cioè un insieme di individui agisce e a degli effetti sulla società senza avere affidamento sul sistema codificato di ruoli e posizioni, in un contesto destrutturato.

2. IL CONFLITTO

Il disordine della società deriva dal conflitto. Se l’ordine sociale nel suo complesso è uno strumento di benessere, alcune sue norme possono essere motivi di malessere e singoli individui. Ogni regola implica anche la possibilità di una sua trasgressione. L’esistenza di un ordine sociale comporta la possibilità che qualcuno si discosti da tale ordine ed entri in conflitto con esso.
In ogni società non c’è sistema unico ordinato e coerente di norme ma una pluralità di sistemi che spesso sono difficili da coordinare o che entrano addirittura in conflitto tra loro.
Il conflitto è un elemento ineliminabile di ogni società. nasce dall'incompatibilità degli obiettivi perseguiti dei vari soggetti sociali (individui o gruppi).
Però il conflitto non nasce solo da una divergenza di obiettivi, altre due condizioni di fondo sono spesso necessari perché esso abbia luogo: 
  • Scarsità e ma distribuzione delle risorse sociali
  • La seconda condizione consiste nell'incertezza delle norme sociali
Il conflitto quando si verifica tra gruppi sociali può trasformarsi in un fattore di instabilità e di perturbazione dell’ordine sociale. Si ha allora quella che Marx chiamava lotta di classe, un fenomeno che ha caratterizzato tutte le società occidentali industrializzate nel XIX e nel XX secolo.



venerdì 27 marzo 2020

PSICOLOGIA: Il gruppo

VERIFICA DI FINE CAPITOLO

1) FISSA I CONCETTI

  1. Secondo il sociologo R. Merton, un insieme di persone è definibile "gruppo sociale" se le persone interagiscono tra loro, sentono di appartenere al gruppo, sono identificabili dall'esterno e da ciascun singolo membro come parte di quel gruppo
  2. Il sistema di status all'interno di un gruppo si riferisce alla posizione che ciascun  membro occupa nel gruppo e alla valutazione di quella posizione secondo una certa scala di valori
2) APPRENDI IL LESSICO
  • LEADER è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obbiettivo comune
  • INERZIA SOCIALE Quando si è in tanti a svolgere un compito, alcuni tendono a defilarsi da impegno e responsabilità
  • COMPORTAMENTO INDIVIDUALE, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione e si confrontano sulla base delle caratteristiche personali
  • COMPORTAMENTO INTER-GRUPPO caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione in quanto appartenenti a determinare categorie sociali
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

 

giovedì 26 marzo 2020

PSICOLOGIA: Il gruppo


LABORATORIO DELLE COMPETENZE

L'onda (FILM)

Risultato immagini per L'ONDA IL FILM

In una scuola superiore tedesca il programma didattico prevede che i professori organizzino una settimana di insegnamenti tematici. Al protagonista Herr Wenger viene assegnato il tema dell'autocrazia, che accetta suo malgrado e, per rispondere alla sfida lanciata da uno studente, secondo il quale la dittatura non avrebbe mai più potuto realizzarsi in Germania, dà inizio al corso con un'idea originale. Coinvolgere i ragazzi in un esperimento che li trasformi in un gruppo a regime dittatoriale, per dimostrare loro che le condizioni per il totalitarismo sono sempre invisibilmente presenti. A questo scopo, dopo aver guadagnato il ruolo di leader, inizia a veicolare i pensieri e le azioni dei ragazzi affinché si riconoscano in una forte identità collettiva.
L'entusiasmo cresce con facilità e in soli tre giorni nasce e si costituisce L'onda, un gruppo che si trasformerà in una banda organizzata fino al limite estremo di cadere nell'illecito. Quando Wenger interverrà per fermare gli eccessi sarà inevitabilmente troppo tardi.

PSICOLOGIA: Il gruppo

6. L'IDENTITÀ SOCIALE NELLA TEORIA DI TAJFEL

Nella sua teoria dell'identità sociale, Henri Tajfel analizza le relazioni tra i gruppi sociali collocandole su un continuum ai cui poli estremi rispettivamente si collocano:

    Risultato immagini per identità sociale di tajfel
  • comportamento inter-individuale, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione e si confrontano sulla base delle caratteristiche personali
  • comportamento inter-gruppo, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione in quanto appartenenti a determinate categorie sociali o gruppi
Nelle relazioni quanto più una persona si pone in termini di comportamento inter-gruppo, tanto più si sente di agire come membro di un gruppo ben definito, immaginando che ciascun altro agirebbe allo stesso modo. 
I meccanismi individuati da Tajfel determinano una netta dicotomia tra gruppo interno e gruppo esterno: ciascuno assocerà al proprio gruppo a quello esterno connotazioni cognitive ed emotive positive o negative che influenzeranno la qualità delle relazioni sociali. Il livello di autostima di un individuo è quindi conseguenza del valore attribuito al gruppo a cui sente di appartenere.
Secondo lo studioso, l'identità sociale di un individuo ha origine dal suo senso di appartenenza a uno o più gruppi sociali. Il senso di appartenenza a una categoria, può variare nel tempo:
  • se l'appartenenza arrecherà soddisfazione e autostima a ogni individuo , questi cercherà di rimanere membro di un gruppo
  • se invece un gruppo non migliora l'autostima di un individuo, questi tenderà ad abbandonarlo
7. I GRUPPI NEL CYBERSPAZIO

I gruppi virtuali sono costituiti da persone che interagiscono tra loro attraverso reti telematiche o di telefonia sulla base di interesse comune o di un medesimo approccio alla vita di relazione.
Risultato immagini per abbreviazioni in una chatQueste aggregazioni prendono la forma di comunità virtuali, raccogliendo membri di differenti culture, età, sesso e status sociale in piattaforme nel Cyber spazio dedicate alla libera espressione di idee, opinioni e atteggiamenti intorno a un interesse o a un argomento.
Vi sono alcuni aspetti distintivi legati in particolare modo al linguaggio e all'identità.
L'uso attuale delle Emoticons (le cosiddette faccine) tenta di sopperire a questa mancanza anche in maniera riduttiva e necessariamente stereotipata.
La velocità di comunicazione richiesta dalle piattaforme virtuali, ad esempio nelle chat, pone il problema dell’articolazione del linguaggio, stimolando l’uso di espressioni semplificate (abbreviazioni, codici) che rischiano di inibire l’espressione di pensieri più ricchi e complessi.

PSICOLOGIA: Il gruppo

4. IL POTERE E LA FIGURA DEL LEADER

Il potere è la possibilità che un individuo ha di influenzare e controllare il comportamento altrui e si esprime in diverse forme:
Risultato immagini per leader e la leadership
  • potere di ricompensa, cioè la possibilità di attribuire gratificazioni materiali o simboliche
  • potere coercitivo, cioè la possibilità di imporre sanzioni e punizioni
  • potere legittimo, basato sulla condivisione da parte di un gruppo di determinati valori e norme
  • potere di esempio, per cui le persone si identificano in colui che detiene il potere
  • potere di competenza, per cui un individuo o un gruppo riconoscono a una persona conoscenze specifiche in un determinato ambito
Il leader è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obbiettivo comune. La leadership assolve due funzioni ben precise: quella socio emozionale, che riguarda il raggiungimento dell'armonia nella vita del gruppo, e quella relativa al compito, che consiste nell'organizzare al meglio il lavoro di un gruppo.
Il leader espressivo (che si occupa degli aspetti affettivi) spesso è una figura diversa da leader strumentale (che si occupa del buon funzionamento del gruppo)
Le ricerche hanno mostrato che la leadership può essere esercitata adottando stili differenti.
  • leadership autoritaria caratterizzata da severità, spirito conservatore e incapacità di delega
  • leadership democratica caratterizzata da capacità di delega, sensibilità al clima di gruppo
  • leadership permissiva caratterizzata dall'abdicazione del leader al proprio ruolo, per lasciare all'iniziativa degli individui le scelte o le decisioni
In un gruppo ogni persona tende al massimo profitto con il minimo sforzo, contribuendo alla vita del gruppo in maniera differente.
Dunque la leadership comporta per chi la esercita costi e benefici, e ha funzione vitale per regolare la vita del gruppo stesso.

5. LA COESIONE E LA MENTALITÀ DI GRUPPO 

Tips for TEFL discussion classesPer parlare di interazione dei componenti di un gruppo ci si riferisce al concetto di coesione. Alcuni studiosi hanno individuato un metodo per misurare il grado di coesione. Lo psicologo e psichiatra Jacon Levy Moreno introdusse questo metodo che prende il nome di sociometria. Consiste nel chiedere ai membri di un gruppo di indicare chi preferiscono tra gli individui del gruppo stesso e i risultati vengono raccolti nel sociodramma.

mercoledì 25 marzo 2020

PSICOLOGIA: Il gruppo


1. INDIVIDUI E GRUPPI

Il sociologo Merton definisce il "gruppo" come un insieme di individui che interagiscono secondo determinate modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo dagli altri membri.
Risultato immagini per GRUPPISecondo la definizione di Merton, un insieme di persone per essere considerato un gruppo sociale deve avere determinate caratteristiche:
- Interazione
- Appartenenza
- Identità
A queste tre caratteristiche altri psicologi aggiungono la condivisione di scopi comuni, di norme e di valori. Il gruppo sociale va distinto dal semplice aggregato, ovvero un insieme di individui che si trovano in uno spazio fisico, e dalla categoria sociale, ovvero un insieme di persone con caratteristiche comuni.

2. IL SISTEMA DI STATUS E IL RUOLO ALL'INTERNO DEL GRUPPO 
Il sistema di status si riferisce alla posizione che un individuo occupa all'interno di un gruppo e alla valutazione di quella posizione in una scala di valori.
Lo status di ogni membro può comunque essere modificato se subentra una nuova persona all'interno del gruppo.
Risultato immagini per GRUPPOLa ristrutturazione del sistema di status si verifica anche nel caso in cui vengano introdotti nuovi scopi comuni all'interno del gruppo da parte di un membro. In questo caso si innescano dinamiche finalizzate alla ricerca di nuovi equilibri tra i componenti del gruppo.
Il ruolo è l'insieme di aspettative condivise circa il modo in cui deve comportarsi una persona che occupa un certo status all'interno di un gruppo.
Nei gruppi possono anche sorgere i conflitti dovuti alla modalità attraverso le quali si distribuiscono e si relazionano o diversi ruoli.

3. LE NORMI E LE RETI DI COMUNICAZIONE

Le normi sono l'insieme delle aspettative condivise dal gruppo rispetto al modo di comportarsi in quanto appartenenti al gruppo medesimo. Esse indicano le regole di comportamento, sia quando si sta con persone dello stesso gruppo sia quando si interagisce con un gruppo esterno.
Risultato immagini per le norme e le reti di comunicazioneL'individuazione delle norme serve a delimitare lo spazio di libertà individuale all'interno del gruppo, il limitare oltre il quale la diversità di un comportamento può sfociare in devianza.
Le norme assolvono le seguenti funzioni:
  • mantenimento del gruppo
  •  raggiungimento degli obbiettivi
  • costruzione di sistemi di riferimento per l'interpretazione della realtà
  •  definizione dei rapporti con l'esterno
La comunicazione all'interno di un gruppo è fondamentale, perché favorisce lo scambio e il consolidamento di relazioni impersonali.
I processi comunicativi possono essere di diverso tipo:
  • la comunicazione a ruota è centralizzata, cioè focalizzata sul leader: è il leader che decide come, quando, a chi distribuire le informazioni.
  • la comunicazione a rete è decentrata, cioè diffusa tra tutti i membri: le informazioni sono distribuite tra tutti
Il clima del gruppo varia a seconda che si adotti un modello centralizzato oppure diffuso, cioè maggiormente distribuito.


PEDAGOGIA: Illuminismo ed empirismo

VERIFICA DI FINE CAPITOLO

1) FISSA I CONCETTI
  1. Nel corso del Settecento il superamento delle pratiche educative dell'Antico Regime fu realizzato soprattutto grazie: a una nuova concezione delle capacità cognitive umane
  2. In epoca illuministica si afferma l'idea che l'infanzia sia: una tappa fondamentale di sviluppo per la formazione dell'adulto.
  3. La medicina settecentesca favorì: la tutela e la cura della salute dei bambini
  4. In questo periodo storico i collegi erano frequentati: da nobili e da borghesi, che miravano a una formazione specifica
  5. Nel corso de Settecento, al livello secondario di istruzione si privilegiava lo studio:delle materie umanistiche, e specialmente del latino
2) APPRENDI IL LESSICO
  • TABULA RASA il bambino è dotato solo di sensi e privo delle idee innate
  • GENTLEMAN fondato sulla nobiltà d'animo
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

Il bambino nasce privo di qualunque idee innate ↴ 
                                                       non ha conoscenza neppure quella di Dio
                                                                                 ↓
                                       Se questo è vero, allora la perfezione umana non
                                                  è quella indicata dal cristianesimo
                                                                                 ↓
                                                         La felicità è dunque mondana
                                                                               ↓
                           Da ciò deriva l'importanza dell' educazione, che mira a stabilire nel bambino 
                                           buone abitudini per integrarlo nella società


4) COSTRUISCI L'ARGOMENTAZIONE
  1. L'ideale educativo di Locke si fonda su alcuni presupposti teorici, ovvero l'empirismo, la concretezza pedagogica e l'utilitarismo.
  2. Dal presupposto dell'empirismo deriva il metodo di insegnamento proposto da Locke: questo si basa sull'esperienza e sulla ripetizione dell'esperienza, finché l'acquisizione non è compiuta e si costituisce l'abitudine
  3. Tale modo di insegnamento privilegia dunque la concretezza rispetto all'astrazione, la pratica rispetto alla teoria
  4. Questo orientamento verso la concretezza era l'origine anche della sua critica all'importanza eccessiva conferita nelle scuole al latino e ai tecnicismi logico-grammaticali, considerati inutili; l'educazione doveva mirare invece alla ricerca costante di ciò che è più utile per la vita dell'uomo in società.
  5. In base al criterio dell'utile, egli ribadiva l'importanza dell'acquisizione della saggezza e della moralità; l'istruzione vera e propria doveva contemplare la geografia, la matematica e la fisica; infine, si dovevano incoraggiare le attività pratiche.

PEDAGOGIA: Illuminismo ed empirismo

1. NUOVE PRATICHE EDUCATIVE

Nel corso del Settecento in tutto il continente europeo ebbe luogo un intenso dibattito sui metodi e sui fini dell'educazione e dell'istruzione. Tale dibattito determinò il ripensamento di molte delle pratiche sino ad allora impiegate nell'allevamento e nell'educazione dei figli all'interno delle famiglie e una revisione dell'organizzazione e della gestione delle scuole da parte delle monarchie assolutistiche.
Negli studi relativi alle capacità intellettive dell'uomo e nelle riforme scolastiche della seconda metà del XVIII secolo che vanno ricercate alcune spinte decisive verso le moderne teorie e prassi pedagogiche. Uno dei fattori che portarono al ripensamento dei compiti e delle finalità dell'educazione fu senz'altro l'affermarsi di una diversa concezione delle facoltà cognitive dell'uomo, che ebbe tra i suoi ispiratori John Locke.
Il compito fondamentale dell'educazione, specialmente nell'infanzia, era quello di risvegliare tale idea con lo studio della religione, al fine di condurre il bambino sulla strada della salvezza eterna. La migliore conoscenza dei processi mentali dell'essere umano portò a individuare l'origine della conoscenza nell'esperienza e nelle capacità sensoriali e intellettive dell'individuo. Da qui nacque nacque la corrente filosofica nota come empirismo, secondo la quale l’uomo, oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere e sviluppasi ha bisogno di poter conoscere il mondo per mezzo dell’esperienza.

2. LOCKE E LA SOCIETÀ INGLESE TRA 600 E 700
3. LA FORMAZIONE DEL GENTLEMAN

John Locke nacque nel 1632 da una famiglia puritana. Egli studiò le lingue classiche e la filosofi scolastica, terminati gli studi si dedicò all'insegnamento.
Risultato immagini per LockeLocke si incentrò sull'educazione per i giovani maschi di famiglia ricca, cioè i gentleman, che facevano parte dell'antica aristocrazia ma erano anche inseriti nella vita produttiva. Si tratta di un'educazione individualizzata, privata e basata sull'osservazione del bambino da parte del precettore che deve creare un percorso formativo a partire dalle attitudini e dalle capacità dell'allievo.
Per Locke è preferibile un'educazione privata perché nella scuola pubblica il bambino, pur imparando a rapportarsi con gli altri, diventa più rozzo e difficilmente gestibile. Al contrario con un precettore privato il bambino sarà più giusto e avrà un comportamento più nobile.
Lo scopo del percorso formativo non è la conoscenza ma la costruzione di una personalità corretta per il gentleman. Il gentleman deve essere libero, cioè deve saper rinunciare agli appetiti e auto dominarsi, attraverso la razionalità che è superiore alla passione e ai desideri.


ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

VERIFICA FINE CAPITOLO

1) FISSA I CONCETTI
  1. Le società a oralità primaria sono quelle società che rifiutano, per vari morivi, l'utilizzo della scrittura
  2. Gli stili cognitivi si dividono in maniera netta e radicale tra stile cognitivo globale e stile cognitivo articolato
  3. Che cosa sostiene Bronislaw Malinowski a proposito del potere della parola presso i Trobriand? Che in determinate culture le parole hanno un potere speciale come se "il dire fosse quasi un fare"
  4. In che senso la televisione è un mezzo culturale influente? Nel senso che essa non viene influenzata dalle diverse culture, ma è ovunque uno strumento neutrale
  5. Il tempo puntiforme è quello in cui i riferimenti temporali sono associati a eventi naturali o sociali
2) APPRENDI IL LESSICO
  • PENSIERO ASTRATTO pensiero non materiale e non semplice
  • TECNICHE MNEMONICHE tecniche per imparare a memoria
3) STABILISCI I COLLEGAMENTI

STILI DI PENSIERO E DI  COMUNICAZIONE

PENSIERO CONCRETO
esercitato in relazione a contesti d’esperienza

PENSIERO ASTRATTO
esercitato in relazione a contesti astratti o ipotetici

COMUNICAZIONE ORALE
-          società a oralità primaria
-          tecniche mnemoniche
-          potere della parola
COMUNICAZIONE SCRITTA
-          la scrittura cuneiforme e scrittura alfabetica
-          la scrittura condiziona il pensiero
-          scrittura permette maggiore conservazione di memorie

STILE COGNITIVO GLOBALE
Dalla totalità del fenomeno alla particolarità degli elementi

STILE COGNITIVO ARTICOLATO
Dalla considerazione dei singoli elementi dell’esperienza alla totalità

CONCEZIONE PUNTIFORME DEL TEMPO
Riferimenti temporali connessi a eventi naturali, sociali o fisiologici

CONCEZIONE UNIFORME DEL TEMPO
Tempo come unità uniforme, frazionabile e misurabile

4) COSTRUISCI L'ARGOMENTAZIONE

  1. Alla fine degli anni Sessanta del 900 Berlin e Kay confrontarono le terminologie cromatiche in ventisei lingue diverse
  2. Più una cultura è sviluppata e complessa, più il suo vocabolario cromatico è ricco. Più una cultura è semplice, il più vocabolario cromatico è povero
  3. Secondo Berlin e Kay, in base alle loro ricerche, tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore ma esse vengono espresse in una quantità di termini diversa in base alla cultura
  4. Accertarono che il numero dei termini presenti in ciascuna lingua variava da un minimo di due a un massimo di undici. Chiamarono termini "di base" quelli che esprimono fenomeni percettivi immediatamente comprensibili
  5. Un'obiezione sollevata al lavoro di Berlin e Kay riguarda la distinzione tra cultura semplice e cultura complessa

ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

DOMANDE DEL CAPITOLO

Domande dei Paragrafi
IL PENSIERO: CONCRETO E ASTRATTO e COMUNICAZIONE ORALE E SCRITTA

1.In che modo il sistema cognitivo dei popoli primitivi differisce da quello dei popoli più evoluti?
   Con la società a oralità primaria non conoscevano alcuna forma di scrittura e oggi non esistono
 
2. Qual è l'opinione di Levi-Strauss riguardo al pensiero primitivo?
    Levi Strauss pensa non sia privo di aspetti speculativi, riflessivi e teoretici
       
3.Quale fu la prima forma di scrittura?
   Inca dei Perù e Dahomey, con sassolini,corde, bastoncini, ma non con segni
         
4.Quali espedienti usano i cantastorie per memorizzare i loro racconti?
   Tecniche mnemoniche, espressioni fisse, stereotipate e ripetitive

Domande dei Paragrafi
QUESTIONI D'INTELLIGENZA, PAROLA E MONDO e SCRITTURA ORALITÀ MEMORIA

1. Indica quali sono le potenzialità intellettive universalmente presenti negli esseri umani.
    Scrittura, memoria e conservazione, linguaggio

2.  Che differenza c’è fra lo stile cognitivo articolato e quello globale
    Globale: totalità del fenomeno considerato per giungere alla particolarità
    Articolazione: singoli elementi, per risalire alla totalità

3.  Di quali poteri si caricano le parole presso alcuni popoli?
    Il potere viene dai nomi e nel modo in cui vengono chiamati.

Domande dei Paragrafi
I MEDIA E LA NUOVA COMUNICAZIONE GLOBALE, LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO

1. Che influenza ha avuto, e continua ad avere, la televisione sulle popolazioni del mondo?Influenza le relazioni, aspirazioni e la loro immaginazione

2. Quali indirizzi di studio comprende l’etnoscienza?
L’etnoscienza comprende lo studio delle differenti culture, organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale (vegetale e animale)

3. Da quali fattori è influenzata l’attribuzione dei nomi ai colori presso le diverse popolazioni? L’attribuzione è influenzata dai fattori in relazione alla complessità culturale e tecnologica della cultura


ANTROPOLOGIA: Pensare,comunicare, classificare

7.  LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO

Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. E tutti hanno qualche teoria sul suo disordine. Queste teorie spiegazioni, ovviamente non sono identiche.
Risultato immagini per cCLASSIFICAZIONE DEL MONDOGli antropologi che si sono dedicati allo studio di questo argomento nei contesti culturali più diversi definiscono la loro specializzazione con il termine di etnoscienza. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze e concezioni non sono casuali e frammentarie, ma possiedono gradi di sistematicità e di coerenza spesso notevoli, sebbene differenti e meno ‘esatti’ di quelli elaborati dalla scienza moderna.
I Waiwai, orticoltori dell’Amazzonia, considerano il fegato di certi animali un’vegetale, in quanto la sua forma assomiglia a quella delle foglie di certi alberi. Di conseguenza essi ritengono che le donne, cui è vietato il consumo di carne procurata mediante la caccia di animali abbattuti con l’uso delle armi, possano cibarsene. Il divieto del consumo della carne da parte delle donne e per i Waiwai un tabù che fa paté di un sistema più ampio di divieti riguardanti l’uso delle armi e la partecipazione alla caccia alla guerra da parte degli individui di sesso femminile. Alla fine degli anni Sessanta, due antropologi americani, Brent Berlin e Paul Kay, confrontarono le terminologie cromatiche presenti in ventisei lingue diverse. Accertarono così che il numero dei termini presenti in esse variava da un minimo di due, come in alcune lingue della Nuova Guinea, a un massimo di undici, come in certe lingue europee. Questi termini fondamentali o <<di base>>, come Berlin e Kay li chiamarono sono quelli che riflettono fenomeni di percezione del colore senza bisogno di ulteriore specificazione per essere compresi.

a) Tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore.
b) La terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa. In tutti i sistemi che per esempio possiedono solo due termini, questi sono sempre <<chiaro>> e <<scuro>>, in quelli che ne hanno tre, invece <<bianco>>, <<nero>>, e poi <<rosso>> ecc.
c) Il numero dei termini di base impiegati da una lingua per indicare I colori sarebbe in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione, per cui più una cultura è semplice più il suo vocabolario cromatico è povero, mentre culture particolarmente complesse rivelerebbero l’esistenza di un numero elevato di termini cromatici di base.