martedì 17 marzo 2020

ANTROPOLOGIA: Pensare, comunicare, classificare

3. QUESTIONI DI INTELLIGENZA

Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali; però tali potenzialità possono prendere direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Vi sono alcune capacità universalmente distribuite in tutti gli esseri umani non colpiti da patologie o disturbi particolari:
  • ASTRAZIONE capacità di solare un aspetto da un complesso di elementi
  • CATEGORIZZAZIONE capacità di raggruppare gli elementi in gruppi o classi
  • DEDUZIONE capacità di passare dal generale allo specifico
  • INDUZIONE capacità di procedere dallo specifico al generale
Gli esseri umani, come ben sappiamo, non attivano tali processi in un contesto “vuoto”, bensì in un contesto fatto di modelli culturali condivisi, trasmessi, selezionati...
Si dice pertanto che la capacità universali vengono adattate a diverse strategie funzionali, le quali dipendono da fattori sociali, culturali, psicologici, affettivi... Infatti se viene fatto un test a degli individui, essi rispondono a “strategie funzionali” diverse. Tali strategie non solo variano da un contesto culturale all’altro, ma variano anche da soggetto a soggetto all’interno della stessa cultura, a seconda dell’appartenenza a una determinata classe sociale, del livello d’istruzione, quando non di una predisposizione del tutto personale.
La diversa reazione a un test interculturale è anche stata fatta risalire a stili cognitivi differenti. Gli antropologi hanno usato questa espressione per denotare il diverso modo in cui individui provenienti da ambiti culturali diversi si rapportano al mondo sul piano cognitivo.
Si dice che lo stile cognitivo può oscillare, in misura diversa, tra due estremi ideali: a) uno stile cognitivo globale e b) uno stile cognitivo articolato.

4. PAROLA E MONDO

In assenza di scrittura, le parole non hanno un’esistenza duratura. Esse non sono cioè visibili bensì solo degli “eventi”, nel senso che vengono pronunciate in un tempo preciso e con esso svaniscono.
Questo non significa che gli appartenenti a società fortemente orali non abbiano memoria ben salda. Semmai è il contrario, poiché essi costruiscono i loro discorsi e i loro racconti mediante l’uso di clausole e ripetizioni grazie alle quali riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta.
Nelle culture fortemente orali la pregnanza delle parole, cioè la loro efficacia, pare essere legata al momento in cui le parole stesse sono pronunciate.

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